La vita della giornalista che nel 2023 aveva annunciato di aver avuto un tumore maligno, ha preso una piega inaspettata
La malattia, quella brutta, il ricovero in ospedale, per il terzo anno consecutivo. La vita di Concita de Gregorio, la giornalista che nel 2023 aveva annunciato di aver avuto un tumore maligno, ha preso una piega inaspettata. Ma la giornalista affronta con il sorriso anche la più dura delle battaglie. Così, dopo essere stata dimessa dall’ospedale Sant Pau di Barcellona, dove era stata ricoverata, De Gregorio si è affidata a Instagram per condividere i suoi pensieri con i suoi fan.
“Devo un grazie monumentale a tutti voi per le parole, i gesti, le lettere, i doni di questi giorni che – con chiarezza, per me – segnano un confine fra il tempo di prima e quello di ora- scrive la giornalista su Instagram -. Non ho potuto rispondere a ciascuno come avrei voluto. Lo faccio qui con un racconto che comincia dalla fine. 20 agosto. La gioia di tornare nel luogo preferito della mia città d’infanzia (é qui che mi trovavo quando c’è stato urgente bisogno di cure, non ho scelto, é stata un’emergenza). Un piccolo premio all’uscita, le scarpe rosse dei miei ricordi (da bambini c’era sempre un premio dopo una fatica. Per esempio una gomma pane, un temperamatite con la pancia, un churro)”.
Un pensiero, infine, è dedicato alla compagna di stanza, con cui ha potuto condividere momenti di forte paura, come in ogni ospedale. “In foto, col suo consenso, Angelina, la mia vicina di stanza in reparto e ‘torre di controllo’ di là dalla tenda. Quante carote cotte abbiamo mangiato, ‘forse c’è una piantagione nei sotterranei’. Dalle infermiere ho imparato che a ‘mi fa male’, ‘sono sfinita’ si risponde ‘lo so, ti capisco’. ‘Te entiendo’. Non serve molto altro”.
Infine, un ringraziamento ai medici che l’hanno curata: “Grazie allo staff e specialmente ad Alessandra Fabi che non ha mai smesso di monitorare ma stai tranquilla, sei nelle migliori mani. Ci sono, in ospedale, un pianoforte che chiunque suona dalle otto alle otto, una biblioteca e una sala comune a ogni piano. Nessun limite di orario alle visite. Laura, Giorgina, María del Mar, le ausiliarie e le infermiere che tornando in reparto dal riposo mi hanno detto: ieri a casa pensavo a come stai, come state tutti. É la verità. Dunque é possibile, é un sistema e un vanto – la sanità pubblica. Mille pensieri a chi resta. A chi c’è sempre quando serve, altrimenti cosa siamo al mondo a fare”, ha concluso la giornalista.