di Dante Caserta*

Il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio ha dichiarato guerra al cervo, animale iconico della natura abruzzese. Con una delibera di Giunta dell’8 agosto scorso, è stato infatti approvato un piano che, dalla metà di ottobre, consentirà in due aree dell’aquilano di uccidere 469 cervi ai cacciatori, ribattezzati per l’occasione “selecontrollori”.

Una decisione senza precedenti per l’Abruzzo dove il cervo fino ad oggi non era cacciabile e che sta sollevando forti critiche. Per accontentare un piccolo gruppo di cacciatori, verso i quali il Presidente e il suo vice, Emanuele Imprudente, manifestano da sempre una stretta vicinanza, si mette da parte la visione di un Abruzzo regione verde d’Europa, capace di far convivere la fauna selvatica con l’uomo e si tradisce lo stesso modello turistico regionale basato sulla tutela e la valorizzazione della biodiversità.

Non sono pochi i comuni abruzzesi che hanno costruito proprio sulla presenza dei cervi, come degli orsi o dei lupi, una propria immagine identitaria: per cittadini e turisti questi animali rappresentano un patrimonio del territorio abruzzese, un simbolo della natura che regna in questi luoghi e che rende l’Abruzzo conosciuto e apprezzato.

Contro questa scelta scellerata, il WWF ha lanciato la mobilitazione avviando anche una petizione on-line che in 5 giorni ha superato le 55.000 adesioni unendosi ad un’altra petizione simile, lanciata dalla travel blogger abruzzese Martina Mammarella.

Una risposta al di là delle aspettative che dovrebbe far riflettere la stessa maggioranza del governo regionale. E qualcosa in effetti si muove: se, infatti, ci si poteva aspettare la contrarietà delle opposizioni, meno scontata era la netta presa di posizione dell’On. Nazario Pagano, uomo forte di Forza Italia in Abruzzo e Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, che ha dichiarato pubblicamente di essere “fermamente contrario alla decisione della Giunta Marsilio di autorizzare la caccia al cervo in Abruzzo che porterebbe all’abbattimento selettivo di quasi 500 esemplari di una specie che, come l’orso marsicano, è diventata un simbolo della nostra regione”.

Certo, resta da capire che posizione assumerà Forza Italia nel concreto, visto che in Giunta i suoi rappresentanti hanno appoggiato la delibera ammazza-cervi. Nel frattempo, la Regione si difende individuando nei cervi i responsabili di danni alle colture e incidenti stradali: problematiche sicuramente da affrontare, ma che non saranno risolte con l’uccisione indiscriminata di centinaia di animali.

Si continua a confondere la gestione faunistica con la gestione venatoria proprio come è stato fatto con i cinghiali che, nonostante ormai possano essere cacciati (la chiamano caccia di selezione!) quasi tutto l’anno e ovunque, crescono di numero e continuano a fare sempre più danni. Del resto, anche un bambino capirebbe che affidare il controllo di una specie ai cacciatori, unica categoria che non ha alcun interesse a ridurne il numero, non sia la mossa più intelligente da fare.

“Nessuno nega che in alcune zone della nostra regione vi siano problemi legati alla presenza di cervi o altri animali”, sottolinea Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo. “Ma contestiamo che la soluzione sia la caccia. La gestione della fauna è una questione complessa che non può essere trattata come merce di scambio con il mondo venatorio. Da anni chiediamo un piano per limitare i danni all’agricoltura basato sulla prevenzione. Quante recinzioni e repellenti sono stati forniti agli agricoltori dalla Regione? Quanti sottopassi sono stati potenziati, quanti sovrappassi costruiti e quanti dissuasori installati lungo le strade? In Abruzzo sono arrivati centinaia e centinaia di milioni di euro dal Pnrr: perché non se ne sono impiegati una parte per finanziare iniziative ad hoc su questa tematica all’interno di una programmazione organica?”.

Quello che è certo è che il WWF le proverà tutte per non deludere le aspettative dei tantissimi abruzzesi contrari a questa strage senza senso. L’Abruzzo è giustamente noto per la sua straordinaria biodiversità e merita tutto l’impegno possibile per difendere e custodire un patrimonio naturale ai massimi livelli in Europa, attraverso la promozione di una coesistenza uomo/natura che è la storia di questi territori.

* Responsabile Affari Legali e Istituzionali WWF Italia

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

Bayesian, il monitoraggio dell’Arpa sulla barca affondata: “Verifiche in corso sull’impatto ambientale”

next