Sono sulla sdraio di uno stabilimento balneare italiano e leggo. Leggo perché ho iniziato a scrivere il mio nuovo libro che sarà un po’ la prosecuzione de La verità invisibile pubblicato nel 2023.
Una partita a scacchi che continua e che si materializza nella realtà di pezzi neri che acquisiscono i nomi di Luca e Diana e che spiegano perché si sono pentiti di aver sottratto la memoria a Domenico e Francesco, le due torri bianche. La memoria che in fondo corrisponde alla memoria che nessuno di noi dovrebbe perdere del periodo buio del Covid.
Quella memoria per la quale feci diventare protagonista del libro con me Francesco Zambon che molti hanno dimenticato. A cominciare dai politici che lo hanno solo usato. Purtroppo.
Quella memoria che deve essere invece viva per cui ho accettato di diventare consigliere, pochi giorni prima delle vacanze, della associazione sereniesempreuniti.
Ma ciò che sarà lo sviluppo del nuovo romanzo giallo prende spunto dal presente e dal futuro che ci attende. Prende spunto dalla capacità di capire quanto l’Intelligenza Artificiale potrà interessare la nostra vita quotidiana. Il nostro scorrere del tempo. La nostra salute e la nostra malattia. L’Intelligenza Artificiale diventerà una protagonista mentre rimarrà solo la coprotagonista nel mio libro.
Scrivo, dopo aver letto, sempre con l’obbiettivo di non perdere di vista il filo conduttore della mia vita: la salute dei cittadini come concetto quotidiano del mio lavoro ma soprattutto come concetto sociale del parlare critico quotidiano in protezione di chi parlare non può e del concetto sociale del parlare propositivo di chi da decenni vive nel campo e sul campo.
Per questo ho deciso di studiare e di scrivere ancora una volta. Perché ciò che sta per raggiungere il nostro quotidiano potrà influenzare anche il nostro stare bene.
Così scopro che in uno studio spagnolo su, al momento, solo su dodici pazienti si sta utilizzando l’Intelligenza Artificiale per cercare di “schiarire” il mondo confuso di chi soffre di mordo di Alzheimer. In pratica questa start up di Intelligenza Artificiale “generativa” può trasformare i ricordi più preziosi in foto mai esistite. In qualche modo può essere paragonato a quello da me inventato, scritto nel libro “La verità invisibile” di reimmissione nella memoria depauperata a fini delinquenziali di Domenico e Francesco.
Questa è l’Intelligenza Artificiale di cui potrei innamorarmi. Purtroppo però esistono anche “pezzi neri” nella nostra partita a scacchi che è la vita.
Così leggo che in Inghilterra vogliono sostituire i vecchi medici di base con l’Intelligenza Artificiale che risponda ai pazienti bisognosi indirizzandoli verso un percorso di cura. Il tutto attraverso un sistema di digitalizzazione e monitoraggio attento delle cartelle cliniche che diventano oro per investimenti fatti su società di studi di algoritmi.
La rivista Politico cita così un lavoro comparso, e prontamente cancellato, di uno studio del Tony Blair Institute for Global Change. Una sanità in mano agli investitori non ai medici. Credo occorra preoccuparsi molto per cercare di guarire il sistema.
Una sanità che vuole utilizzare i nostri dati sanitari che dovremmo invece custodire soggettivamente. Ognuno di noi per non farli “usare”. Credo che tutti noi dovremmo fare degli esami a settembre. Non clinici, ma riparativi. Con urgenza.