Giustizia & Impunità

Morto a 64 anni il Garante dei detenuti Felice Maurizio d’Ettore: colpito da un infarto

È morto a 64 anni, colpito da un infarto mentre era in vacanza con la famiglia in Calabria, il Garante nazionale dei detenuti Felice Maurizio d’Ettore. A comunicarlo in una nota è il ministero della Giustizia: il Guardasigilli Carlo Nordio, “con tutti i suoi collaboratori, manifesta il più profondo cordoglio per la perdita incolmabile di Felice Maurizio D’Ettore. Ne ricorda con commozione l’integrità morale e la grande preparazione intellettuale, manifestata anche nella sua ultima funzione quale Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Tutti ci stringiamo commossi attorno alla famiglia con l’affetto più profondo e la gratitudine per tutto quello che ci ha dato”, si legge nel comunicato. Ordinario di Diritto privato a Firenze, D’Ettore era stato parlamentare nella scorsa legislatura (2018-2022): eletto nelle liste di Forza Italia, era passato a Coraggio Italia e poi, alla vigilia delle elezioni, a Fratelli d’Italia. Nominato dal governo alla fine dello scorso anno – tra varie polemiche per l’assenza di esperienza nel settore delle carceri – ha assunto l’incarico di Garante a gennaio, succedendo a Mauro Palma, in carica dal 2016.

A esprimere le condoglianze per la morte anche la premier Giorgia Meloni: “Apprendo con dolore dell’improvvisa scomparsa del Garante delle persone detenute Felice Maurizio D’Ettore, di cui tutti abbiamo apprezzato la dedizione e la professionalità, in particolare in un momento così difficile per il mondo penitenziario. Sono sinceramente vicina, anche a nome dell’intero governo, ai suoi familiari, che abbraccio nel ricordo di un uomo onesto e generoso”. Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, suo ex compagno di partito in Forza Italia, lo ricorda così: “A Maurizio mi lega da anni un rapporto di amicizia, stima e grande rispetto. Con lui se ne va una persona di grande umanità, qualità professionali e competenza. Non posso che stringermi con sincera commozione ai suoi familiari e amici”. Il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli lo definisce “non solo un illuminato garante dei detenuti, un professore arguto, un intellettuale di raro valore, ma anche uno strenuo difensore degli ultimi“.