Cronaca

Morto Vito Procacci, il medico ‘eroe’ difeso da Mattarella: colpito da malore durante un bagno serale

Ha perso la vita nelle acque di Gallipoli dove, nella tarda serata di mercoledì, stava facendo un bagno. È morto così Vito Procacci, primario del Pronto Soccorso del Policlinico di Bari. Il medico aveva 65 anni e si era tuffato in mare dopo cena. Appena entrato, però, è stato colto da un malore che gli […]

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Ha perso la vita nelle acque di Gallipoli dove, nella tarda serata di mercoledì, stava facendo un bagno. È morto così Vito Procacci, primario del Pronto Soccorso del Policlinico di Bari. Il medico aveva 65 anni e si era tuffato in mare dopo cena. Appena entrato, però, è stato colto da un malore che gli è stato fatale.

Con l’uomo, c’era la moglie, che ha allertato la centrale operativa del Vito Fazzi di Lecce. Purtroppo, però, a nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo da parte dei soccorritori. Sul luogo sono intervenuti anche i carabinieri.

“Con profonda tristezza abbiamo appreso della scomparsa di Vito Procacci”, ha detto il sindaco di Bari Vito Leccese. “La sua generosità, competenza e dedizione, dimostrate ogni giorno e in modo straordinario durante l’emergenza Covid-19, sono state espressioni autentiche dei più nobili valori che ispirano il giuramento di Ippocrate”, ha aggiunto il primo cittadino.

Durante i primi, drammatici, mesi della pandemia, alcuni medici del Policlinico di Bari avevano ricevuto delle salatissime multe per non aver rispettato i riposi prescritti e per aver lavorato più ore di quelle previste. In quell’occasione, il nome di Procacci era risuonato alle cronache nazionali per un’accorata lettera indirizzata al presidente Mattarella per denunciare l’ingiustizia delle sanzioni.

“Le scrivo perché oggi, dopo tutto l’impegno profuso da me e dalla mia meravigliosa equipe nel contribuire orgogliosamente a rendere un essenziale servizio ai cittadini, in nome del giuramento di Ippocrate e dell’articolo 32 della Costituzione, le affido tutta l’amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo ma nel quale ad oggi faccio fatica a riconoscermi”, aveva scritto Procacci al presidente della Repubblica. Il Quirinale intervenne poi in difesa dei medici, ai quali le multe vennero revocate.