Tra i sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari c'è anche Igor Bosonin, 46 anni, già candidato sindaco per il movimento neofascista a Ivrea e poi passato alla Lega
Quattro esponenti di CasaPound sono stati arrestati dalla Polizia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per l’aggressione al 28enne giornalista della Stampa Andrea Joly, malmenato lo scorso 20 luglio a Torino di fronte al pub “Asso di bastoni“, sede locale del movimento neofascista, mentre filmava un raduno dei militanti (la “Festa della Torino nera) in corso in mezzo alla strada con cori e fumogeni. I reati contestati sono la violenza privata aggravata e le lesioni personali aggravate. Tra gli arrestati c’è anche Igor Bosonin, 46 anni, già candidato sindaco per CasaPound a Ivrea e poi passato alla Lega, da cui è stato espulso dopo la vicenda: gli altri sono Euclide Rigato, 45enne tassista di Torino, Marco Berra, 35enne operaio di Cuneo, e Paolo Quintavalle, 33enne di Chivasso. Un quinto indagato, il 53enne ferroviere torinese Maurizio Galiano, non è stato sottoposto a misure cautelari.
Nell’ordinanza che ha applicato i domiciliari su richiesta della Procura, la gip di Torino Odilia Meroni riconosce “il pericolo di reiterazione di reati della medesima indole”: le modalità dell’aggressione, abbinata al “futile movente” che l’ha scatenata “danno conto dell’indole violenta, di un istinto criminale spiccato e, dunque, dell’elevato grado di pericolosità di ciascun indagato”, si legge nel provvedimento. Le immagini del pestaggio a Joly, spintonato, fatto cadere a terra e preso a calci, erano state riprese da diversi abitanti della zona, che avevano allertato le forze dell’ordine. Dalla vicenda era nato un caso politico: se la premier Giorgia Meloni aveva subito espresso solidarietà, condannando “con fermezza” l'”inaccettabile aggressione”, il presidente del Senato Ignazio La Russa aveva sentito il bisogno di sottolineare che Joly “non si era identificato” come giornalista e avrebbe dovuto essere “più attento” nella sua “incursione”, sottintendendo insomma che se la fosse in qualche modo “andata a cercare”.
Dura la presa di posizione dell’Associazione nazionale partigiani: “Gli arresti di oggi – dice il presidente Anpi Gianfranco Pagliarulo all’Ansa – confermano l’urgenza dello scioglimento di CasaPound per riorganizzazione del partito fascista in base alla legge Scelba del 20 giugno 1952. A maggior ragione il ministro dell’Interno, come più volte da noi richiesto, deve immediatamente disporre lo sgombero dello stabile romano illecitamente occupato da CasaPound dal 2003 e adibito a sede nazionale dell’organizzazione”.