Musica

Notte della Taranta, Shablo a FQMagazine: “Viviamo in una società alienante che non ci aiuta ad entrare in contatto. La musica è la nostra cura”

Il Maestro Concertatore di questa edizione traccia un bilancio della sua esperienza

di Luca Guarneri
Notte della Taranta, Shablo a FQMagazine: “Viviamo in una società alienante che non ci aiuta ad entrare in contatto. La musica è la nostra cura”

Domani sera, sabato 24 agosto, andrà in scena da Melpignano (LE) la ventisettesima edizione de “La notte della Taranta”. Una serata musicale decisamente attesa sia dal pubblico in piazza che dal pubblico televisivo da casa. Il concerto infatti sarà trasmesso in diretta su Rai3 e Rai Radio 2 a partire dalle 21:20 con Ema Stokholma. A poche ore dal live, tra una prova e l’altra sul palco, abbiamo intervistato il Maestro Concertatore di questa edizione, Shablo. Classe 1980, il dj, discografico, producer e musicista promette di lasciare un segno nella storia de “La notte della Taranta”.

Quando e perché hai scelto di accettare questa sfida?
In effetti ora che manca pochissimo posso confermare che è stata una delle sfide professionali più intense della mia carriera per la complessità e la varietà degli aspetti da gestire. Ma le grandi sfide danno anche grandi soddisfazioni per cui felice di aver accettato. Mi è stato proposto ad inizio anno, anche se erano già un paio d’anni che ero in contatto con la fondazione. Ho accettato perché mi piace da sempre contaminare e l’integrazione di mondi apparentemente distanti caratterizzano da sempre il mio operato.

“Generazione Taranta” sembra voler sottolineare l’importanza delle nuove generazioni. Quali sono, secondo te, le principali sfide che i giovani di oggi devono affrontare?
È un momento molto delicato per le nuove generazioni, hanno tante sfide da affrontare e la principale credo sia l’urgenza di indagarsi e conoscere se stessi. Viviamo in una società alienante che non ci aiuta ad entrare in contatto con le parti più profonde del nostro essere. Un disagio interiore che di conseguenza si trasforma in malessere. La musica può e deve essere cura, uno stimolo ad evolvere.

Come hai vissuto il processo di fusione tra le sonorità della tradizione salentina e quelle contemporanee durante la preparazione dell’evento? E in che modo gli artisti con te sul palco contribuiranno in questa missione?
Con la leggerezza che deve avere chi sperimenta ma sempre con il rispetto della tradizione e del lavoro iniziato da chi mi ha preceduto. Inoltre una lunga lista di illustri colleghi mi hanno anticipato in questo ruolo di maestro concertatore, da Ludovico Einaudi a Goran Bregovic passando per Dardust. Gli ospiti hanno sicuramente dato un contributo speciale, comprendendo lo spirito della manifestazione si sono messi totalmente in gioco dimostrandosi dei grandi artisti.

Nel tuo percorso hai sempre esplorato diversi generi musicali. C’è un genere o un’area musicale che non hai ancora esplorato e che ti piacerebbe affrontare in futuro?
Finché ci sarà qualcosa da esplorare credo che sarò sempre incuriosito dal confrontarmi con la scoperta. Perché limitarsi a un genere nello specifico quando hai disposizione tanti modi differenti di comunicare?

I giovani oggi sono sempre più coinvolti in movimenti globali come quelli per il cambiamento climatico e i diritti civili. Qual è il ruolo della musica nel sostenere queste cause e dare voce alle nuove generazioni?
Non sono molto convinto che la musica debba avere questo ruolo nello specifico. Sono i singoli artisti che potranno eventualmente prendere posizione a sostegno di una o più cause ma la musica a mio avviso deve essere totalmente libera e slegata. Può sicuramente farsi linguaggio di unione e pace, ma ritengo che il suo ruolo più che a sostegno di una causa specifica sia mezzo espressivo della nostra interiorità, qualsiasi essa sia.

Il rapporto tra autenticità e l’immagine che i giovani vogliono trasmettere sui social media è un tema molto attuale. Come vedi questa dinamica influenzare la produzione musicale e il modo in cui i giovani artisti si presentano al mondo?
I social media ovviamente danno un immagine parziale e distorta della realtà. Cercare l’autenticità nei mezzi di comunicazione è un illusione. Dobbiamo essere noi ad usare loro e non viceversa. Per questo anche sarebbe sano imparare ad accettarci per come siamo senza falsificare costantemente l’immagine che diamo di noi al mondo, anche perché alla fine i primi che prendiamo in giro siamo noi stessi.

Come stanno procedendo le prove sul palco? Qualche spoiler in vista di sabato?
Molto bene! Non ho particolari spoiler da fare, ci sono ancora dei dettagli da mettere a punto ma ci siamo quasi ormai. Vedremo come reagirà la piazza, so che il pubblico de La Notte della Taranta è molto esigente, per cui cercheremo di non deludere le aspettative. Per chi non potesse esserci di persona ci sarà anche la diretta televisiva, per cui speriamo arrivi anche a distanza la mia personale “cura” per il pizzico fatale.

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