Nuovo sopralluogo dei carabinieri di Bergamo nella casa di Sharon Verzeni, la barista assassinata a coltellate la notte del 30 luglio a Terno d’Isola. Per il secondo giorno consecutivo gli uomini dell’Arma sono entrati nell’abitazione: pochi minuti – poco dopo mezzogiorno – per prelevare, a quanto si apprende, un pc e dei telefoni. Ad accompagnare i carabinieri, anche in questa occasione, c’era il compagno di Sharon, Sergio Ruocco.

“Che mi richiamino senza problemi, anzi meglio. Non sono stanco: non sono mai stanco. Dopo il nuovo sopralluogo a casa non sono stato risentito”, sono state le poche parole che l’idraulico trentasettenne ha detto ai giornalisti presenti fuori dalla casa a Bottanuco, dove abitano i genitori di Sharon e dove, dal giorno dopo il delitto, si è di fatto trasferito a vivere anche lui, visto che l’abitazione che condivideva con la compagna è sotto sequestro. Terminato il breve sopralluogo, i carabinieri e Ruocco sono tornati al comando provinciale di via delle Valli a Bergamo, dove il compagno si è trattenuto fino a quasi le 15. Come precisato dagli investigatori giovedì, Ruocco non è indagato e la sua posizione non è cambiata.

Venerdì mattina al comando di Bergamo è stato riconvocato anche il papà di Sharon, Bruno Verzeni. In questa delicata fase delle indagini tutti i familiari, così come – giovedì pomeriggio – i colleghi di lavoro di Sharon (era barista al “Vanilla Food” di Brembate), vengono sentiti, anche più volte, come persone informate sui fatti. Tuttavia questa mattina, un’ora prima dell’arrivo di Bruno Verzeri, si è presentato in caserma a Bergamo anche l’avvocato della famiglia di Sharon, Luigi Scudieri, probabilmente per chiedere un aggiornamento formale delle indagini. Più avanti verranno sentiti i responsabili del centro di Scientology di Gorle che Verzeni frequentava da circa un anno.

“Mi ha accoltellato”. Sono queste le ultime parole pronunciate da Sharon quando ha telefonato al 118 dopo essere stata aggredita. Una frase che rinforza l’ipotesi di un solo omicida e che rinsalda anche quella del legame tra questi e la vittima. Come riporta il Corriere della Sera (edizione di Bergamo), la telefonata di Verzeni ai soccorritori parte alle 00.52. E la donna pronuncia la frase che sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo – suggerire che la vittima e il killer fossero in qualche modo legati tra loro. Al momento comunque non risultano importanti sviluppi nelle indagini: resta un mistero su chi abbia accoltellato a morte Sharon una decina di minuti prima dell’una della notte, mentre camminava da sola in via Castegnate a Terno d’Isola.

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