“Mi ha accoltellato”. Sono le ultime parole pronunciate da Sharon Verzeni, la barista assassinata la notte del 30 luglio a Terno d’Isola, quando ha telefonato al 118 dopo essere stata aggredita. Una frase che rinforza l’ipotesi di un solo omicida e che rinsalda anche quella del legame tra questi e la vittima. Il compagno, Sergio Ruocco, idraulico di 37 anni, per gli inquirenti resta al di fuori dei sospettati (tanto che non è indagato). I carabinieri hanno fatto un sopralluogo nella casa della ragazza con Ruocco sia ieri sia questa mattina. In entrambe le occasioni il sopralluogo nell’abitazione in via Merelli è durato pochi minuti e, come confermato dallo stesso Ruocco, non è stato portato via il pc di Verzeni. Nel pomeriggio di oggi l’idraulico 37enne è stato convocato nuovamente al comando provinciale ed è stato ascoltato, per la terza volta, come persona informata sui fatti. Assente il suo avvocato.

Come riporta il Corriere della Sera (edizione Bergamo), la telefonata di Verzeni ai soccorritori parte alle 00.52. E la donna pronuncia la frase (“mi ha accoltellato”) che sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo -suggerire che la vittima e il killer fossero in qualche modo legati tra loro. Ieri al comando provinciale è toccato alle colleghe della pasticceria Vanilla di Brembate essere interrogate. Più avanti verranno sentiti i responsabili del centro di Scientology di Gorle che Verzeni frequentava da circa un anno.

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