La nave è andata a fondo di poppa e non di prua come si era pensato finora e in plancia c’era un uomo di guardia. Sono due degli aspetti chiariti durante la conferenza stampa convocata dal capo della procura di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio che in più occasioni ha puntato il dito contro la legge Cartabia che gli ha impedito di divulgare informazioni: “Questa legge crea ostacoli notevoli all’attività della libera informazione, ma credo che tutti i cittadini sono tenuti a rispettare le leggi anche quando non piacciono, ecco perché non ho potuto dire nulla”.

Affiancato dal pm, Raffaele Cammarano e dai responsabili dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera, la conferenza stampa alla quale ha presenziato la stampa internazionale al gran completo, è durata più di un’ora e mezza. Tantissimi gli interrogativi, pochissime le risposte: “Le previsioni meteo quella sera parlavano di possibili temporali. Un’allerta generica che non poteva far prevedere un evento di questa portata”, ha detto il comandante della Capitaneria di porto di Palermo, Raffaele Macauda. “Si è trattato di un downburst”, ha poi specificato Cammarano. Il Bayesian è stato dunque investito da forti raffiche divento discendenti, accompagnate da precipitazioni e fulmini. Un evento non previsto dal meteo per quella notte del 19 agosto, quando poco dopo le 4 il Bayesian è affondato rapidamente, adagiandosi sul fondale.

Secondo quanto riportato in conferenza stampa, dunque, il meteo non ha previsto il downburst, che è un fenomeno meno localizzato rispetto ad un tornado, che si espande dunque su una superficie più estesa rispetto a un tornado. Perché allora non ha avuto lo stesso impatto sul veliero olandese, distante pochi metri da quello inglese? “Un’ipotesi al vaglio delle indagini”, è l’unica risposta che si riesce ad avere.

Mentre un altro aspetto è stato chiarito: un membro dell’equipaggio quella notte era in plancia, di guardia. C’era dunque qualcuno a vigilare, eppure dopo un ondeggiamento laterale impetuoso, qualcosa ha fatto imbarcare acqua velocemente al Bayesian, affondato in pochi minuti. Quasi tutti i membri dell’equipaggio sono vivi, 11 su 12, tra loro l’unica vittima è il cuoco, Recaldo Thomas: a nessuno dei superstiti è stato fatto un test per capire se fossero sotto effetto di droga o alcolici: “La priorità in quel momento era medicare le loro ferite”, ha sottolineato Cammarano.

I passeggeri andati a fondo con lo yacht sono invece 6 su 10. “Stavano dormendo”, ha spiegato il pm. Sono stati sorpresi nel sonno e non hanno fatto in tempo a mettersi in salvo. Uno ad uno i corpi sono stati trovati dai sommozzatori nella parte delle cabine di sinistra, quella parte cioè dello yacht rimasta più in alto. Lì hanno provato a rifugiarsi come ultima risorsa d’aria gli ospiti del Bayesian, compreso Mike Lynch, che aveva organizzato questa crociera per festeggiare la sua assoluzione dopo dieci anni di processo intentato contro di lui dalla Hewlett Packard. Con lui è rimasta vittima anche la figlia di 18 anni Hannah, l’ultima ad essere recuperata venerdì mattina, dopo quattro giorni di ricerche.

Finite le operazioni di recupero delle vittime, adesso si dovrà procedere al recupero del relitto: “Solo una volta recuperata la Bayesian potremo fare delle deduzioni più specifiche”, ha spiegato Cartosio. Ad occuparsi dell’emersione dello yacht sarà la società armatrice a proprie spese, ma in che tempi non è ancora chiaro. Di certo finora è noto che la procura di Termini Imerese “ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, nei confronti di ignoti, ma siamo solo in una fase iniziale. Non escludiamo che ci siano sviluppi che potrebbero essere di qualunque tipo”, ha specificato il procuratore.

Mentre non sono state ancora disposte le autopsie: “Procederemo nei prossimi giorni”, ha spiegato il pm. L’ipotesi è che per fare l’esame autoptico dei corpi, si dovrà procedere all’iscrizione degli indagati, per potere concedere loro la possibilità di nominare i propri periti. Il primo nome in lista potrebbe essere quello del capitano della nave, James Cutfield, già sentito per più di due ore dagli inquirenti che non hanno voluto fornire dettagli sulla sua testimonianza. Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo per la procura per capire “chi tra capitano, equipaggio o costruttore potrebbe aver commesso reati”, ha chiarito Cartosio.

Sono dunque ancora molto pochi i punti certi dell’indagine, fin qui noti. Quel che sappiamo finora è che un evento atmosferico di eccezionale portata, ma non troppo circoscritto, ha colpito quel tratto di mare al largo di Porticello dove si trovavano sia la nave a vela britannica che quella olandese. Quella britannica è stata sballottata dalle onde, ha scarrocciato per 300 metri – questo hanno rivelato i radar Ais – per poi immergersi rapidamente, imbarcando acqua a poppa, finendo accasciata sul fondale sul lato destro.

I passeggeri intrappolati all’interno stavano dormendo, ma prima di morire hanno cercato la salvezza nella parte dello yacht in cui presumibilmente era rimasto un residuo di ossigeno. Lì, certamente, sono stati trovati. La dinamica esatta dei pochi minuti che ha portato a fondo lo yacht britannico verrà chiarita dalle indagini. I superstiti non avranno obblighi di restare in Italia, ma di certo è possibile che la procura debba sentirli ancora. Mentre le indagini non potranno essere concluse finché il relitto non verrà riportato a terra per l’ispezione.

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