Dopo l’apertura di Emmanuel Macron alle proposte della sinistra francese per la formazione di un nuovo governo, il leader di France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, prova già a mettere il presidente all’angolo. Il capo dell’Eliseo, venerdì, aveva aperto uno spiraglio con i rappresentanti dei partiti convocati per una prima giornata di negoziati a un esecutivo guidato da Lucie Castets, ma dai Repubblicani e anche dalla maggioranza dei suoi uomini era arrivato il veto: “Niente governo con La France Insoumise oppure sarà sfiducia alla prima uscita in Parlamento”. Così, Mélenchon sabato ha giocato la sua carta: rivolgendosi ai dirigenti macroniani e alle destre ha detto di essere disposto a far partire un governo Castets, proposta dal Nuovo Fronte Popolare, rinunciando a ministri del suo partito. In caso di rifiuto, così, mostrerà al Paese che quello di Repubblicani e macroniani era solo un pretesto per far naufragare i negoziati.
L’annuncio di Mélenchon è arrivato nel corso di un’intervista alla tv Tf1, mentre sono in corso le trattative fra i partiti per sciogliere l’impasse sulla difficile formazione di un governo fra le forze che si sono coalizzate contro l’ultradestra del Rassemblement National di Marine Le Pen. “Ai capi dei tre partiti macroniani e alla destra chiedo: a un governo di Lucie Castets, pur senza ministri di France Insoumise, vi impegnate a non votare la censura permettendogli di applicare il programma che ci ha fatto vincere nelle elezioni legislative? – ha chiesto Mélenchon – Se rispondete di no, si dirà che i ministri di France Insoumise erano di fatto solo un pretesto e che invece è il programma quello che non volete”.
Dalla sinistra, venerdì mattina, erano arrivati segnali incoraggianti con i colloqui che sono stati definiti costruttivi. Soprattutto perché i socialisti, gli ecologisti, i comunisti e addirittura gli “Insoumis” avevano apprezzato la promessa di Macron di un “cambiamento di rotta“, una “svolta” rispetto alla politica condotta negli ultimi 7 anni dal presidente e dai suoi governi. Stando ai resoconti, il presidente ha parlato a lungo con Lucie Castets, l’alta funzionaria, responsabile delle Finanze al Comune di Parigi che è stata finora l’unica figura proposta unitariamente al capo dell’Eliseo dalla sinistra, a poche ore dall’inizio dei Giochi Olimpici, il 26 luglio. Macron aveva giudicato in quel momento irricevibile la proposta, ma oggi il presidente era decisamente più disponibile a discuterne. “Sono qui per ascoltare – ha affermato Macron – la mia priorità è la stabilità istituzionale”. Molte le domande e le osservazioni fra Macron e Castets che come candidata premier era la portavoce della gauche. I presenti hanno riferito che ad un certo punto, dopo aver chiesto quali fossero gli orientamenti del Nuovo Fronte Popolare per un governo, Macron ha posto la domanda cruciale: “Ci saranno anche rappresentanti de La France Insoumise?”. La risposta è stata “sì” e il presidente ha capito che su quella affermazione i passi avanti nel dialogo si sarebbero fermati. Ma la mossa di Mélenchon, adesso, cambia radicalmente lo scenario.