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Papa Francesco scende in campo: il pronipote Felipe Bergoglio gioca in Serie D: “Non l’ho ancora conosciuto, ma i miei compagni mi chiedono la benedizione”

Il 20enne racconta aspetti inediti della famiglia del pontefice

di F. Q.
Papa Francesco scende in campo: il pronipote Felipe Bergoglio gioca in Serie D: “Non l’ho ancora conosciuto, ma i miei compagni mi chiedono la benedizione”

Che Papa Francesco ami il calcio è cosa risaputa: è un gran tifoso del San Lorenzo, ma non è tutto. Scorre Dna del pontefice sui campi di calcio italiani. Infatti il pronipote 20enne Felipe Bergoglio milita come difensore in Serie D nello Sporting Club Trestina, la squadra di Città di Castello, in provincia di Perugia.

“Sono arrivato ad agosto dell’anno scorso in Italia- ha detto a La Nazione – mio padre Matias spesso viene qui per motivi di lavoro, nella zona di Città di Castello. Vivevo a Cordoba quando con la famiglia abbiamo preso la decisione di fare il grande passo. Il babbo conosceva un dirigente del Misano Adriatico e lì mi sono trasferito giocando nel campionato di Promozione romagnolo 22 partite. Una bella esperienza”.

E sul famoso parente ha affermato: “Mio nonno Jorge Bergoglio è il cugino diretto del Papa; si chiama proprio come il Santo Padre e quando venne nominato il 13 marzo 2013, tanti in quel periodo pensarono che fosse appunto mio nonno. Non avevo ancora dieci anni ma ricordo bene quei momenti di festa in casa”.

Ma la promessa è di andare a Roma: “Io e mia sorella dobbiamo ancora farlo, siamo giovani, contiamo nei prossimi mesi di raggiungere Roma e conoscerlo di persona: non vedo l’ora, sono sicuro che sarà una grande emozione. Mio padre mi ha detto che papa Francesco spesso si informa della nostra famiglia, vuole sapere tutto. Chiaramente quando lui era in Argentina le nostre città erano lontane quindi nel tempo ci siamo persi di vista ma, di fatto, il legame, come ricordano spesso i miei genitori, c’è sempre stato”.

Infine una curiosità: “I miei compagni di squadra spesso mi chiedono una benedizione prima di ogni partita. Capita anche quando si infortunano. Sono in Italia da poco più di un anno e ormai ci sono abituato. Sorridiamo insieme ogni volta. Essere un Bergoglio è un onore, per me non è affatto un peso portare questo cognome”.

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