La video testimonianza di Mahmoud, un membro dello staff di Oxfam, che è riuscito a visitare Gaza City e l’area settentrionale della Striscia, constatando un livello di distruzione oltre ogni immaginazione. Case, edifici, infrastrutture: niente è rimasto in piedi. Ha poi ascoltato le voci degli agricoltori che “ogni giorno rischiano la vita per accedere alle proprie terre“. Il loro lavoro è diventato impossibile anche a causa della mancanza di semi e fertilizzanti indispensabili per coltivare. Una situazione che non fa che aggravare la carenza di cibo, soprattutto frutta e verdura fresche, che da mesi ormai sta affliggendo la popolazione.
Secondo il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Muhannad Hadi., in questo momento il 90% dei residenti a Gaza è stato sfollato a causa degli ordini di evacuazione di Israele. “Stanno costringendo le famiglie a fuggire di nuovo, spesso sotto il fuoco nemico e con i pochi averi che possono portare con sé, in un’area sempre più piccola, sovraffollata, inquinata, con servizi limitati e insicura. Le persone vengono private dell’accesso ai servizi essenziali per la loro sopravvivenza, tra cui strutture mediche, rifugi, pozzi d’acqua e forniture umanitarie”.
Questo racconto fa parte di una serie di testimonianze ‘ Voci di Gaza’ raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.
LA PETIZIONE – Oxfam ha lanciato una raccolta firme (si può aderire qui) per “fermare tutti i trasferimenti di armi, componenti e munizioni utilizzate per alimentare la crisi a Gaza”. Un appello rivolto ai governi perché non siano “complici delle continue violazioni del diritto internazionale, adempiendo ai loro obblighi legali e garantendo un cessate il fuoco permanente al più presto”.