Politica

Alla Festa dell’Unità di Villadossola: “Qui dal ’46, un record. In passato qualcuno ha pensato di fare il partito elitario, ma senza di noi non si va avanti”

“In questi posti si vedono i militanti veri, quelli che hanno voglia di dare senza nulla chiedere. Poi il partito è fatto di tante anime, ma qui c’è la sua vera anima”. Da cinquant’anni Pippo Calandra serve ai tavoli e taglia angurie alla Festa della Lucciola di Villadossola. Si tratta di una delle Feste de l’Unità più antiche d’Italia. La prima edizione si tenne nel 1946. All’epoca Graziano Zaretti aveva due anni. “Mi portava mio padre ma il primo ricordo è del 1950, avevo sei anni e avevo un cappello con su scritto W l’Unità” ricorda Zaretti mentre mostra ad altri giovani militanti le foto dell’epoca. “La festa nacque sull’entusiasmo della Liberazione e del dopoguerra”. Da allora non ha più smesso. “Una volta c’erano gli operai, basta pensare che a Villadossola su seimila abitanti cinquemila lavoravano in fabbrica” racconta Zaretti. Oggi non è più così. Le fabbriche della zona hanno chiuso. Chi poteva è andato in Svizzera, altri a Milano. Ma la festa riesce a raccogliere sempre un grande bacino di persone. Non solo tra gli elettori Pd. “Per tante persone della zona che non possono permettersi di andare in vacanza, venire alla Festa è come andare in vacanza” racconta Emanuele Vitale, assessore 33enne del comune di Baveno. Fa parte di una nuova generazione di militanti dem che ha ricevuto il testimone dalla prima generazione della festa. D’estate grigliano costine e salamelle, mentre il resto dell’anno sono impegnati nei comuni del territorio. “La prima volta che mi son messo alle griglie avevo 18 anni – ricorda Riccardo Brezza, consigliere dem di Verbania, classe 1991 – oggi siamo noi a gestire questo spazio ma stiamo già costruendo un ponte con le nuove generazioni perché la festa possa andare avanti negli anni”.

Qui di fronte al calore delle braci non esistono distinzioni o cariche. “Per essere dirigenti politici oggi bisogna lavorare e faticare stando in mezzo alle persone come proviamo a fare noi a Villadossola”. Tra griglie e serate danzanti la gente non smette di arrivare da queste parti. “Quando sei qui in coda per le costine con le persone che quotidianamente affrontano le difficoltà della vita è più facile riconnettersi con loro – spiega Vitale – questa è una delle occasioni migliori non solo qui, ma in tutta Italia di riconnettersi con un popolo, che non è un popolo che ha sempre votato Pci o Pd ma è un popolo che vuole essere ascoltato”. La segretaria Elly Schlein lo ha capito? “Credo proprio di sì – conclude l’80enne Zaretti – ha capito che senza un popolo non vai da nessuna parte. In passato chi ha pensato di fare a meno del popolo facendo un partito elitario ha fatto un errore tragico. Lei invece ha ripreso in mano questo concetto. Il rapporto diretto è quello che conta, nessuna tecnologia o social può sostituirlo”.