Hassan Nasrallah tuona contro Israele, ma non sembra intenzionato a scatenare un conflitto regionale dopo i bombardamenti “preventivi” dello Stato ebraico in Libano che hanno provocato tre vittime. Il capo di Hezbollah ha infatti accusato il governo di Benjamin Netanyahu di aver sorpassato “tutte le linee rosse“, specificando che la rappresaglia del Partito di Dio è arrivata solo adesso, dopo settimane di raid, “per non minare i colloqui al Cairo su Gaza“. La ritorsione è avvenuta comunque entro certi paletti, ha spiegato il leader sciita nel suo discorso atteso per tutta la giornata di domenica: “Non abbiamo colpito i civili” perché né Israele né Hezbollah dicono di volere un conflitto regionale.

“Il nemico israeliano ha effettuato un’aggressione contro la periferia sud di Beirut, superando tutte le linee rosse, uccidendo civili, tra cui donne e bambini e il leader militare Fuad Shukr“, ha affermato Nasrallah sottolineando che pertanto “la resistenza ha poi affermato di essere determinata a reagire“. E la risposta, ha detto, è stata ritardata fino a oggi per molti fattori, tra i quali i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza.

Il capo del partito armato sciita libanese ripercorre quindi le ultime settimane di tensioni tra Israele e la sua formazione, che hanno vissuto dei picchi in concomitanza degli attacchi mirati israeliani nei quali sono stati uccisi anche membri di alto rango di Hezbollah. Il Partito di Dio non aveva ancora dato una risposta massiccia a quei raid per non ostacolare, dicono, l’avvio dei negoziati ancora in corso al Cairo per una tregua nella Striscia di Gaza. Ma adesso il momento è sembrato adatto: “La rappresaglia è stata rinviata per vari motivi, tra cui la mobilitazione militare di Stati Uniti e Israele – ha aggiunto Nasrallah – Hezbollah ha lanciato più di 300 razzi Katyusha con l’obiettivo principale di tenere occupato il sistema Iron Dome, consentendo così il passaggio dei droni che sono riusciti a entrare nello spazio aereo di Israele e per la prima volta sono stati lanciati razzi dalla Valle della Bekaa”.

Un’operazione, spiega il leader sciita, che ha evitato di colpire aree civili: “Abbiamo stabilito dei criteri per la nostra risposta, in particolare che l’obiettivo non è civile. Anche se ne avevamo il diritto, perché nelle zone meridionali sono stati uccisi dei civili”. L’obiettivo principale dei raid, ha invece aggiunto, “era la base di Glilot, dove si trova l’unità di spionaggio 8200. La base presa di mira si trova a 110 chilometri dal confine libanese e a 1.500 metri dalla periferia di Tel Aviv”. Oltre a Glilot, come riferiscono i media libanesi, Hezbollah aveva scelto un obiettivo tecnico: una base di difesa aerea e antimissile situata a 75 chilometri dal Libano e a 40 chilometri da Tel Aviv.

La reazione di Israele è stata veemente, ma sovrastimata, sostiene Nasrallah: “L’affermazione dell’esercito nemico, adottata da Netanyahu, secondo cui avrebbe distrutto migliaia di missili e migliaia di lanciamissili è falsa”.

Nonostante la tensione tra Israele e Hezbollah sia di nuovo alle stelle, secondo quanto riporta il Times of Israel le due parti si sarebbero già sentite per stabilire i limiti da non oltrepassare ed evitare così l’esplosione di una guerra in tutto il Medio Oriente che vedrebbe il coinvolgimento anche dell’Iran e, presumibilmente, degli Stati Uniti. Questo a conferma di quanto ripetuto già più volte sia dall’esecutivo di Tel Aviv che dal Partito di Dio. E come detto da Benjamin Netanyahu, che in giornata ha assicurato che “non è finita qui“, anche Nasrallah non esclude altre azioni: Hezbollah valuterà il risultato degli attacchi odierni e “se il risultato sarà soddisfacente, considereremo il processo di risposta completato, se sarà insufficiente, ci riserviamo il diritto di rispondere in un secondo momento. A questo punto, il Libano può stare tranquillo poiché il nemico ha annunciato che gli eventi odierni sono conclusi”.

X: @GianniRosini

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Tre arresti in Francia per l’attentato alla sinagoga di Beth Yaacov a La Grande-Motte. Il sospettato è un algerino di 33 anni

next