In Sardegna la chiamano “la signora dei tulipani”. Maria Fois Maglione, 74 anni, ha fondato nel 2016 l’associazione Il Giardino di Lu in memoria di sua figlia Luena, che ha perso la vita a 37 anni a causa di un tumore ovarico. Maria ha trasformato un percorso personale in una grande sfida, coinvolgendo una comunità in continua crescita di volontari e donatori per la realizzazione di un campo di tulipani per sostenere la ricerca, la formazione e l’informazione sul tumore ovarico.

“Volevo riempire di significato tutto ciò che mi circondava e ho cominciato con i tulipani, i fiori preferiti di mia figlia”, ricorda Maria nella sua intervista a ilfattoquotidiano.it. Nelle campagne di Pimentel, comune di poco più di 1.000 abitanti nel sud della Sardegna, è nato il Giardino di tulipani, uno spazio di un ettaro all’aria aperta, ideale non solo per fare passeggiate e immergersi in un campo, dove scegliere i fiori da portare a casa, ma anche per contribuire attivamente al finanziamento di vari progetti di informazione e sostegno alla ricerca sul tumore ovarico. Il carcinoma ovarico, secondo i dati disponibili, è tra i più comuni nelle donne “verosimilmente a causa della tardività della diagnosi”, spiega il Ministero della Salute.

Dal 2017 sono stati donati e distribuiti 800.000 tulipani, più di 90.000 persone hanno visitato il giardino e più di 100.000 euro sono stati donati alla ricerca. “Il Giardino di Lu è un luogo dove il silenzio fa da padrone, i fiori e la vegetazione consolano il cuore e distraggono la mente – continua Maria, che per gran parte della giornata è impegnata nella cura del campo –. Spesso diventa luogo d’incontro e di rigenerazione, dove si ritrovano donne sane e donne che stanno affrontando un tumore”.

La spettacolare fioritura dei tulipani è certamente uno dei momenti più suggestivi e attesi del periodo primaverile. Un mare di colori dietro al quale si nasconde un chiaro obiettivo: dare un sostegno attivo e concreto nei confronti di chi combatte ogni giorno battaglie silenziose, sensibilizzare l’opinione pubblica affinché si possano diffondere prevenzione e informazione, fondamentali per la sopravvivenza a una patologia tanto aggressiva e poco conosciuta.

“Affrontare una diagnosi di tumore è una cosa devastante, un evento traumatico che mette a repentaglio il proprio equilibrio fisico e mentale”, spiega Maria. L’ansia e la paura ossessionano la mente e possono sfociare in una depressione, continua: “Le donne hanno bisogno di stimoli diversi per riuscire a provare sensazioni positive che diano loro speranza e voglia di reinvestire energia mentale ed emotiva nella loro vita quotidiana”.

Nel 2023, oltre al giardino, è nato il progetto L’orto terapeutico di Lu, che ha come obiettivo la creazione di un luogo immerso nella natura, per accogliere donne in cura per depressione causata in maniera diretta o indiretta da problemi oncologici. “Presto – aggiunge Maria – sorgerà un parco di oltre tre ettari con spazi più grandi e vegetazione imponente e rigogliosa, con piante secolari e nuove attività da fare all’aria aperta”, aggiunge.

Oggi sono 26 le donne che partecipano al progetto: coltivano l’orto, curano l’organizzazione degli spazi e dei materiali, seguono la comunicazione, organizzano eventi per la raccolta dei fondi da destinare alla ricerca. L’orto, in questo senso, si trasforma in una “terapia per l’anima”: qui si possono dimenticare le preoccupazioni della giornata, dedicare il tempo ad ammirare la natura e avere il piacere di osservare i colori, sentire i profumi. “Attività semplici e ripetitive come scavare la terra, seminare, pulire le erbacce, raccogliere frutta e ortaggi, riducono notevolmente i danni da stress”, raccontano le donne che frequentano il campo di Pimentel. Stringere la terra fra le mani, prendersi cura di piante e giardini, coltivare e vedere crescere una propria pianta o anche una verdura, aiuta a scuotere situazioni di passività e a combattere i pensieri negativi, procurando un piacere interiore.

Ma il giardino diventa anche tramite per altri progetti, altre donne, altre associazioni. È il caso del servizio di raccolta di capelli per la lavorazione di parrucche da destinare, gratuitamente, alle donne in terapia oncologica. O dell’incontro di Maria con Luisanda Dell’Aria, scrittrice romana che da tempo affronta il suo percorso contro un tumore ovarico. “Ad accogliere all’ingresso del giardino le persone in visita c’è sempre la stessa scritta – racconta Maria –: Quanti di voi conoscono il tumore Ovarico? Solo qualcuno di loro, timidamente, solleva la mano. E io ogni volta mi tormento per queste risposte. Penso ripetutamente che devo trovare altri modi per diffondere l’informazione, durante la notte rimango ore e ore sveglia per cercare soluzioni”.

Un giorno, Maria chiama Luisanda e le propone di provare un cammino insieme. È iniziato così il viaggio di Maria e Luisanda che ha portato alla presentazione nelle 337 biblioteche dell’isola del libro Abbi cura di te-Una storia vera, scritto da Luisanda Dell’Aria: una lunga lettera a una donna immaginaria per raccontare una storia personale e intima: la sorpresa, lo sgomento, la rabbia, le paure e le fatiche, la voglia di vivere e di sentirsi normale.

Il testo, pubblicato online in forma del tutto gratuita, ha raggiunto oltre 13mila copie scaricate e, con le presentazioni in Sardegna, l’obiettivo è quello di diffondere ancora di più il messaggio. “E vorremmo solleticare le altre regioni a fare qualcosa di simile su un cancro del quale non si parla quasi mai”, aggiunge proprio Luisanda.

Nella sola campagna di fioritura del 2024 sono stati piantati 250.000 tulipani e 10.000 ne sono stati donati agli ospedali dell’isola con il progetto “Coloriamo i reparti oncologici e non”, informando il maggior numero di donne sull’esistenza del tumore ovarico e sui sintomi da prendere in considerazione. Maria guarda avanti. Luena, sua figlia, le manca ogni giorno. La bellezza della natura a volte le dà sollievo. “Continuo a scavare – conclude – e ogni giorno lascio sottoterra un pochino del mio dolore. È da lì che nascono i fiori”.

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