“Il progetto di una funivia nel Vallone Cime Bianche? È uno scempio dal punto di vista ambientale. Ma la verità è che, a differenza di quanto si dice, causerà effetti negativi anche sul turismo“. A parlare è Andrea John Dejanaz, valdostano di Châtillon, presidente dell’associazione ‘Giustizia climatica ora’ e candidato per Avs alle recenti elezioni europee, intervistato da ilFattoQuotidiano.it sul contestato progetto, rilanciato dalla Regione Valle d’Aosta, che prevede la costruzione di un impianto a fune che collegherebbe il comprensorio di Cervinia a quello del MonteRosaSki (Champoluc-Gressoney-Alagna). Un nuovo mega-comprensorio sciistico – sarebbe il più grande d’Europa – con quasi 600 chilometri di piste: come andare da Milano a Roma, in sostanza. Per farlo è necessario passare lungo il Vallone Cime Bianche, luogo selvaggio e integro, che fa parte della Rete Natura 2000 ed è una Zps (Zona di protezione speciale). “Per le sue caratteristiche e la tutela che ciò comporta – dice Dejanaz – non è possibile costruire un impianto a fune in una Zps. Eppure la Regione va avanti, anche col sostegno del Partito democratico”. Al di là dell’evidente – e negativo – impatto ambientale del progetto, Dejanaz ha messo in luce come, diversamente da quanto dicono i sostenitori, in realtà il collegamento potrebbe avere impatti negativi sul turismo: a partire dal mantenimento dei comprensori votati alla monocultura dello sci (foraggiati soltanto da soldi pubblici), passando per l’inaccessibilità economica del nuovo comprensorio (soltanto persone abbienti potrebbero permettersi i costosi skipass) fino allo stravolgimento della Val d’Ayas, con nuovi parcheggi e nuovi edifici, che farebbero lievitare il mercato immobiliare, a danno di una parte dei residenti.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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