“Io credo in uno sport pulito ma non so abbastanza della vicenda. Credo che ci siano degli aspetti che noi non sappiamo di tutta vicenda, ma se lasciano giocare Jannik un motivo ci sarà, hanno detto che è innocente. Sicuramente è un momento complicato per lui”. Criptico e, per certi versi, dubbioso Carlos Alcaraz durante la conferenza stampa alla vigilia degli US Open (in programma da lunedì 26 agosto).

Perplessità e titubanza nelle parole dello spagnolo in riferimento il caso di positività al Clostebolagente anabolizzante di alcune pomate o spray cicatrizzanti e sostanza proibita dall’Itia (International Tennis Integrity Agency) perché dopante – per contaminazione involontaria. Inoltre, dopo aver chiarito alla stampa di avere delle difficoltà a spiegarsi bene in inglese, ha aggiunto: “Questo è tutto quello che so e quello di cui posso parlare”. Assolto dall’Itia ma tra i colleghi (gli attacchi di Kyrgios e Shapovalov ne sono un esempio) aleggia incertezza.

Djokovic: “Manca coerenza”
Non solo da parte di Alcaraz, ma anche di Novak Djokovic, fresco vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi: “Sono i casi come quello di Sinner il motivo per il quale abbiamo fondato la Ptpa (l’associazione giocatori da lui creata ormai qualche anno fa), che sostiene sempre protocolli equi, protocolli chiari per approcci standardizzati a questo tipo di casi. Capisco che la frustrazione dei giocatori sia dovuta alla mancanza di coerenza. Da quanto ho capito, il suo caso è stato risolto nel momento stesso in cui è stato annunciato. Penso anche che siano passati cinque o sei mesi da quando la notizia è stata portata a lui e alla sua squadra. Quindi sì, ci sono molti problemi nel sistema. Vediamo la mancanza di protocolli standardizzati e chiari, quindi posso capire i sentimenti di molti giocatori che si chiedono se vengono trattati allo stesso modo. Penso che collettivamente ci debba essere un cambiamento, e penso che sia ovvio”.

Il campione serbo ha poi proseguito: “Molti giocatori hanno avuto casi simili o uguali, più o meno gli stessi, in cui non hanno avuto lo stesso risultato, ci si deve chiedere se è un problema di fondo, se un giocatore possa permettersi di pagare una notevole quantità di denaro per uno studio legale che rappresenterebbe quindi in modo migliore il suo caso. Capire questo ultimo punto è molto importante, perché dobbiamo standardizzare tutto in modo che ogni giocatore, indipendentemente dalla sua classifica o status o profilo o dalla sua ricchezza, sia in grado di ottenere lo stesso tipo di trattamento e di giustizia“.

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