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Centinaia di migranti arrivano a nuoto sulle spiagge di Ceuta dal Marocco: molti minorenni

Centinaia di arrivi, direttamente a nuoto, approfittando della nebbia fitta in pieno giorno. Un fiume di migranti si è riversato nella città autonoma di Ceuta, enclave spagnola in Marocco, giungendo direttamente sulle spiagge in mezzo ai bagnanti. Le condizioni meteo del week end, con una fitta foschia, hanno facilitato l’afflusso poiché hanno inibito i controlli […]

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Centinaia di arrivi, direttamente a nuoto, approfittando della nebbia fitta in pieno giorno. Un fiume di migranti si è riversato nella città autonoma di Ceuta, enclave spagnola in Marocco, giungendo direttamente sulle spiagge in mezzo ai bagnanti. Le condizioni meteo del week end, con una fitta foschia, hanno facilitato l’afflusso poiché hanno inibito i controlli frontalieri.

Si stima che solo nelle ultime 24 ore alcune centinaia di migranti, dei quali 17 minorenni, abbiano tentato di raggiungere a nuoto la spiaggia del Tarajal, in territorio spagnolo, secondo fonti della polizia di frontiera citate da Efe. Di questi, oltre mezzo migliaio di migranti adulti sono stati ricondotti nel Paese magrebino, dopo essere stati assistiti all’arrivo nell’enclave dalla Croce rossa.

Mentre dei 17 minorenni identificati dalla polizia si è fatto carico il servizio spagnolo di protezione dei minori, che li ha trasferiti nel locale centro di accoglienza, dove sarebbero attualmente ospitati 480 bambini e adolescenti stranieri, oltre il quadruplo della capacità. Secondo Efe, dal 22 agosto sono entrati a Ceuta una media di 700 migranti al giorno, con picchi di 1.500.

Venerdì il presidente della città autonoma, Juan Vivas, in dichiarazioni ai cronisti assieme a padre Angel, il presidente della ong Mensajeros de la Paz, aveva denunciato la situazione critica in cui si trova l’enclave per l’aumento della pressione migratoria, dove dall’inizio dell’anno sono giunti oltre 650 migranti minorenni, soprattutto a nuoto.

Vivas, dopo l’emergenza delle ultime ore, ha nuovamente insistito in dichiarazioni ai media sulla necessità di una risposta coordinata che coinvolga il governo spagnolo e le istituzioni europee, non solo in termini di controlli di polizia, ma per promuovere una strategia internazionale di cooperazione per dare assistenza alle popolazioni più a rischio di esclusione.