Neanche il tempo di cominciare il campionato e già la solita litania di sbuffi e lamentele. Tanto ha pianto che alla fine è stato accontentato: Aurelio De Laurentiis a quanto pare prenderà Romelu Lukaku. Ma lo comprerà per Antonio Conte, che lo ha preteso a tutti i costi, non per il Napoli, che per il suo bene e il suo futuro avrebbe avuto bisogno di tutt’altro.
Con Osimhen separato in casa e ormai destinato inevitabilmente alla cessione, al Napoli serviva un attaccante. Conte ne ha voluto solo uno in particolare, quel Romelu Lukaku con cui ha già vinto lo scudetto all’Inter e che solo con lui ha reso al massimo in carriera. Entrambi sono convinti di ripetersi tornando a lavorare insieme. L’operazione però non sta in piedi da nessun punto di vista la si guardi. Il Napoli strapaga (si parla di 30 milioni di base fissa per il cartellino e almeno 6 milioni netti d’ingaggio) un 31enne in chiara parabola discendente, che viene da due prestiti con riscatti non esercitati e a stento in doppia cifra, che il Chelsea cercava di sbolognare da tempo a titolo definito e a cui nessuno si era voluto avvicinare. Tranne appunto il Napoli, su mandato di Conte.
Facendolo, il Napoli va contro i principi con cui ormai si muove tutto il calcio mondiale. Ormai quasi nessuno – e questa sessione lo dimostra – spende per giocatori over 30. Il pallone sull’orlo del fallimento ha capito che l’unica soluzione alla crisi è generare valore, innanzitutto investendo su calciatori giovani che in futuro potranno essere rivenduti. De Laurentiis – che a parte l’ultimo anno disastroso ha sempre dimostrato di saper fare calcio – lo faceva già da tempi non sospetti: con lui il Napoli ha avuto una tradizione di grandi centravanti che però erano anche grandi talenti. Cavani, lo stesso Higuain, ovviamente Osimhen: ogni volta che ha perso il suo numero nove, De Laurentiis lo ha sostituito con un attaccante più giovane e che poi si è rivelato più forte ed è stato rivenduto a una cifra ancora più alta. Questo di sicuro non succederà stavolta.
Conte, che sembrava scontento già nella prima settimana di ritiro, a un passo da una crisi di nervi dopo la sconfitta all’esordio col Verona e appena più sereno ieri, dopo la vittoria col Bologna, adesso può sorridere. È stato accontentato. Inutile fare gli ingenui: se ciò avviene, è anche perché in un certo senso conviene anche a De Laurentiis. Lukaku è la soluzione più comoda (e per certi versi anche più economica: una punta di caratura internazionale e futuribile sarebbe costata ben di più) per sostituire Osimhen e rispondere al disastro gestionale dell’ultimo anno. Ciò non toglie però che resta un atto di fiducia totale che il patron azzurro sta concedendo al suo allenatore. Di questo Conte dovrà ricordarsi la prossima volta che come suo solito finirà per lamentarsi davanti alle telecamere di ciò che la società non gli ha dato: è vero che la rosa è incompleta e il mercato si è mosso troppo a rilento ma questa è la condizione in cui ormai quasi tutti i colleghi della Serie A (e non solo) sono costretti a lavorare.
Per far felice il suo tecnico, il Napoli sta ipotecando il suo futuro – perché si brucia buona parte dei proventi di Osimhen che avrebbe altrimenti potuto investire per trovare il prossimo numero nove – per un presente molto immediato: uno, due anni, difficile immaginare che possa garantirne di più ad alti livelli (e forse nemmeno quelli), per il Napoli di Conte e Lukaku. Praticamente una cambiale in bianco che De Laurentiis sta firmando al suo allenatore. Antonio Conte in qualche modo dovrà pur ripagarla.