Anche la casa automobilistica cinese Xpeng punta a produrre veicoli elettrici in Europa per aggirare i dazi contro i veicoli prodotti in Cina. ll partner cinese di Volkswagen è nelle fasi iniziali della selezione di un sito nell’Unione Europea parte del piano finalizzato a localizzare la produzione, ha spiegato l’amministratore delegato He Xiaopeng in un’intervista a Bloomberg. Il produttore di Guangzhou vuole costruire auto in aree con “rischi di manodopera relativamente bassi”, ha detto He che ha spiegato che la selezione è in fase iniziale e che non importa se l’area non ha imposte basse. Sembrerebbe una descrizione che ben si addice all’Italia, suscitando forse speranze dalle parti del ministero delle Imprese e del made Italy, il cui titolare Adolfo Urso ha parlato di piani per attrarre nuovi produttori oltre a Stellantis.

Anche i paesi dell’Est Europa sono però appetibili. Il primo produttore cinese Byd ha già un sito in Ungheria che le consentirà di superare i dazi (visto che le macchine sono fatte dall’interno dell’Europa). E lo stesso fanno le concorrenti Chery Automobile e Zeekr. Lunedì anche il Canada ha annunciato l’imposizione di dazi per le vetture elettriche provenienti dalla Cina, allineandosi alle politiche commerciali di Stati Uniti ed Unione europea.

Oggi la Cina ha invitato il Canada “a correggere subito le sue pratiche errate” sui dazi al 100% all’import di e-car made in China e al 25% su acciaio e alluminio. Il ministero del Commercio di Pechino ha spiegato che “Il Canada ha ignorato le numerose rappresentazioni della Cina che deplora con forza e si oppone con determinazione a questo. La mossa di Ottawa interromperà la stabilità delle catene industriali e di fornitura globali, oltre a compromettere gravemente il sistema economico, le regole commerciali globali e”i rapporti bilaterali”.

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