Ambiente & Veleni

Due ong fanno causa alla Ue. “Obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 insufficienti”

Due ong ambientaliste Climate Action Network (Can) Europe e Global Legal Action Network (Glan) hanno deciso di intentare causa contro l’Unione europea perché i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 sono insufficienti. Accusano Bruxelles di aver stabilito limiti di emissioni annuali non rispettosi degli impegni internazionali e al diritto ambientale. Le due ong […]

Hai già letto 5 articoli
questo mese.

PER CONTINUARE A LEGGERE

1 € PER IL PRIMO MESE

Due ong ambientaliste Climate Action Network (Can) Europe e Global Legal Action Network (Glan) hanno deciso di intentare causa contro l’Unione europea perché i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 sono insufficienti. Accusano Bruxelles di aver stabilito limiti di emissioni annuali non rispettosi degli impegni internazionali e al diritto ambientale. Le due ong chiedono dunque di rivedere il regolamento e alzare le ambizioni complessive sul clima, ottenendo almeno il 65% di riduzioni lorde delle emissioni entro il 2030

Un’udienza presso la Corte generale, spiegano nella nota le due organizzazioni, potrebbe tenersi nella seconda metà del 2025 e una sentenza potrebbe essere emessa all’inizio del 2026. “Dobbiamo usare tutti i canali disponibili per spingere la Commissione europea a riportare l’ambizione climatica dell’Ue sulla buona strada con la sua giusta quota per l’obiettivo di 1,5°C dell’accordo di Parigi”, ha ammonito Sven Harmeling, responsabile del clima presso Can Europe.

Va detto che l’Unione europea ha ottenuto risultati di riduzione della Co2 superiori a quella di molte altre parti del mondo, a cominciare dagli Stati Uniti. Purtroppo, da questo punto di vista, l’Europa ha un peso piuttosto modesto sul totale mondiale delle emissioni. Che gli attuali impegni e i risultati sinora conseguiti siano del tutto insufficienti per riuscire a contenere l’incremento della temperatura globale entro gli 1,5° è fuori di dubbio. Diverse indicazioni in tal senso arrivano dalle fonti più disparate. Altrettanto fuori di dubbio è che servirebbe un deciso cambio di passo e un radicale ripensamento degli assetti economici e gestionale del sistema energetico. Iniziative di questo tipo rischiano alla fine di illudere sul fatto che basterebbe essere un poco più convinti per ottenere i risultati sperati. Purtroppo non è così.