L’annuale Forum Ambrosetti che si svolge a Cernobbio è uno dei riti in cui si celebra il pensiero unico delle élite al potere. Non siamo ai livelli del World Economic Forum di Davos ma neppure troppo distanti. Il parterre è solitamente ricco e prestigioso: banchieri centrali, politici italiani e internazionali, economisti, imprenditori, finanzieri, opinionisti (mai veramente critici) etc.. È, in fondo, una sempre più stanca (auto) celebrazione della visione di chi comanda. Lo spiegamento di forze dell’ordine è imponente. Ci sono una serie di panel a cui, chi non è relatore, paga per partecipare e avere informazioni su “come gira il mondo”.
Il pensiero critico qui non è mai entrato (e infatti non si contano le previsioni qui formulate e poi clamorosamente smentite dagli eventi). Le critiche, quelle vere, non sono ammesse. E, a quanto pare, infastidisce pure sentirne l’eco arrivare da lontano e superare le cancellate di Villa d’Este, uno degli alberghi più prestigiosi e costosi del mondo, dove si tiene il consesso.
Così non stupisce più di tanto che, anche quest’anno, e per la seconda volta, il comune di Cernobbio abbia negato spazi relativamente vicini all’hotel, per gli evento “L’Altra Cernobbio” concepito da organizzazioni di volontariato e associazioni, tra cui Emergency, Antigone, Arci, etc, che propongono una diversa visione del mondo e ne vorrebbero discutere in concomitanza con i “grandi”. Come riporta il sito Sbilanciamoci.info, la Questura di Como ha addirittura imposto una sorta di “zona rossa” sull’intero territorio comunale (un’area di 12 chilometri quadrati e lunga quasi 3 chilometri), vietando qualsiasi iniziativa pubblica, anche quelle più simboliche come una biciclettata di 45 minuti o una camminata in gruppo.
Le proibizioni è stata oggetto di una lettera inviata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in cui gli organizzatori contestano una “vera e propria discriminazione”, chiedendo al titolare del dicastero di intervenire personalmente. Difficile che Piantedosi faccia qualcosa, è lui stesso ospite del Forum, così come lo era stato lo scorso anno. Inoltre, l’ostracismo nei confronti della manifestazione si è esacerbato da quando questa maggioranza è al governo.
L’appuntamento con “L’Altra Cernobbio” è comunque confermato, anche se con limitazioni imposte dall’alto. Si svolgerà presso lo Spazio Gloria Arci Xanadù di Como e il Teatro Nuovo Rebbio, dal 6 al 7 settembre, e presso la Sala di via Cinque Giornate a Cernobbio l’8 settembre . “Avanzeremo le nostre proposte concrete per superare un modello di sviluppo fondato sullo sfruttamento delle persone e delle risorse, sul riarmo e la contrapposizione bellica, mettendo al centro la pace e il disarmo, la sostenibilità ambientale e sociale, i diritti, il welfare e l’eguaglianza”, fanno sapere gli organizzatori.