Confermata la contrazione dell’economia tedesca nel secondo trimestre 2024: l’Ufficio federale di statistica (Destatis) ha confermato che il prodotto interno lordo della Germania è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, come da stima iniziale di fine luglio, in parte a causa della diminuzione degli investimenti e della crisi nel settore edile. Il Paese rischia dunque di tornare in recessione. I principali indicatori che anticipano l’andamento della produzione e dei consumi lo confermano.
L’indice GfK, che misura il livello di fiducia dei consumatori tedeschi nell’economia, nelle previsioni per settembre cala di 3,4 punti a -22 punti rispetto al mese precedente (rivisto a -18,6 punti). I risultati sono pubblicati congiuntamente da GfK e dall’Istituto di Norimberga per le decisioni di mercato (Nim), fondatore di GfK. Dopo la ripresa del mese precedente, il sentimento dei consumatori in Germania subisce dunque “una grave battuta d’arresto in agosto“.
“Le aspettative economiche e di reddito registrano perdite notevoli e anche la propensione all’acquisto scende leggermente. Mentre la propensione al risparmio aumenta questo mese, il clima dei consumatori diminuisce”, si legge nel rapporto. “Il clima dei consumatori risente attualmente soprattutto del crollo delle aspettative di reddito. Anche il leggero aumento della propensione al risparmio di 2,7 punti smorza il sentimento dei consumatori”, spiega Gfk. “A quanto pare, l’euforia dei consumatori tedeschi innescata dai Campionati europei di calcio è stata solo una breve fiammata ed è svanita dopo la fine del torneo. Inoltre, le notizie negative sulla sicurezza del lavoro rendono i consumatori più pessimisti e una rapida ripresa del sentimento dei consumatori sembra improbabile”, spiega Rolf Buerkl, esperto di consumi presso Nim. “I tassi di disoccupazione in leggero aumento, l’incremento delle insolvenze aziendali e i piani di riduzione del personale in varie aziende tedesche stanno facendo preoccupare i dipendenti per il loro posto di lavoro. Le speranze di una ripresa economica stabile e sostenibile devono quindi essere ulteriormente rimandate”.