Il rischio della catastrofe nucleare nella guerra tra Russia e Ucraina non diminuisce. Anzi, con la recente offensiva di Kiev nella regione russa del Kursk, un’altra grande centrale nucleare rischia adesso di diventare oggetto di bombardamenti da parte dell’esercito di Volodymyr Zelensky. Dopo l’allarme lanciato da Vladimir Putin qualche giorno fa, adesso è il direttore generale dell’Agenzia Atomica, Rafael Grossi, a mettere in allerta la comunità internazionale poco dopo aver visitato l’impianto: esiste il “pericolo di un incidente nucleare“, ha dichiarato senza mezzi termini.
Ciò che più preoccupa il capo dell’Aiea è il fatto che la struttura sia già stata oggetto di attacchi aerei, come dimostrano i segni sull’impianto: Grossi ha dichiarato di aver “visto tracce di attacchi di droni” e per questo ha ribadito l’appello alle parti in conflitto affinché la centrale non sia un obiettivo di attività militari in nessuna circostanza.
Già nel luglio 2023, quando i blitz ucraini oltreconfine erano già iniziati con l’utilizzo di droni, si erano registrate le prime esplosioni intorno alla centrale. Ma è negli ultimi giorni, con l’operazione militare di terra ucraina nella regione russa, che il livello di rischio è schizzato. Il 10 agosto scorso fu lo stesso Putin a dichiarare che l’operazione militare degli uomini di Zelensky rappresentava “una minaccia diretta per la centrale nucleare”. Nemmeno due settimane dopo, il 23 agosto, il presidente russo ha accusato direttamente Kiev di aver tentato di bombardare la centrale. Dopo le minacce atomiche da parte di Mosca e lo scontro durato mesi intorno alla centrale ucraina di Zaporizhzhia, conquistata dai russi, adesso è Kursk che preoccupa i vertici dell’Aiea. Il timore, come in passato, è che la guerra possa sfociare in un disastro nucleare che mieterebbe migliaia di vittime e provocherebbe gravi conseguenze ambientali e per la salute pubblica. Un prezzo che tutta l’Europa pagherebbe per molti anni a venire.