Economia

Pensioni, sindacati contro l’ipotesi di stretta sull’uscita anticipata: “Attacco ai diritti. No ad aggravare le disparità sociali ed economiche”

I sindacati rispediscono al mittente l’ipotesi di una nuova stretta per il pensionamento anticipato, emersa nelle ultime ore tra le ipotesi di risparmio in vista della legge di Bilancio. Allo studio ci sarebbe l’allungamento a 6-7 mesi della ‘finestra mobile’, cioè il tempo d’attesa tra la maturazione del diritto alla pensione (che per quella anticipata scatta con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) e il momento in cui si riscuote effettivamente l’assegno. La Lega ha poi proposto una Quota 41 light: per non rinunciare alla bandierina dell’opzione di lasciare il lavoro appena raggiunti i 41 anni di contributi, accetterebbe il calcolo dell’assegno con il metodo contributivo, cosa che però comporterebbe corposi tagli all’importo finale. La segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, parla di “un attacco diretto ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”, mentre lunedì il segretario confederale Cisl Ignazio Ganga aveva definito l’estensione delle finestre “una scelta profondamente sbagliata”, oltre a chiedere quanto prima un confronto con l’esecutivo. In mattinata anche il sottosegretario al Lavoro leghista Claudio Durigon ha chiuso all’idea: “Credo che non sia tempo di alzare questa soglia e le linee di uscita descritte dalla legge Fornero”.

A sollecitarlo è anche Buonomo, perché “il dialogo è fondamentale quando si tratta di decisioni che impattano in modo così significativo sul futuro dei lavoratori e delle lavoratrici” e le misure ipotizzate allontanerebbero “sempre più l’orizzonte di un pensionamento dignitoso, in nome di una sostenibilità economica che sembra ignorare le reali esigenze del Paese”. Il tutto secondo la sindacalista “conferma quanto questo Governo sia sordo alle nostre critiche, ribadite con forza nei confronti della precedente manovra, che aveva già comportato notevoli penalizzazioni“. Segue la richiesta di “un cambiamento di rotta perché, tenuto conto del cosiddetto ‘inverno demografico’ e delle carriere lavorative dei giovani sempre più discontinue, le limitate risorse disponibili per la prossima legge di bilancio devono essere gestite con estrema attenzione, affinché le scelte compiute non aggravino ulteriormente le disparità sociali ed economiche“.

Ganga dal fatto suo aveva fatto notare che “vanno evitati interventi singoli orientati solo sul fronte del contenimento della spesa sforzandosi di riformare il sistema all’insegna dell’equità e della sostenibilità sociale. Non si capisce, inoltre, come nel dibattito agostano per un verso si pensi alla cosiddetta ‘quota 41’ e poi si valuti di intervenire dove già esistono misure che si avvicinano a tale termine, irrigidendo le regole che, sul caso in questione, riteniamo non possano restituire grandi risparmi”.
Per la Cisl “avrebbe sicuramente più senso un rafforzamento della lotta all’evasione contributiva, attualmente ancora elevata e la ripresa dei lavori della commissione per separare la spesa per l’assistenza dalla spesa per la previdenza”.