Segnaliamo invece un’anteprima del 12 settembre. Love lies bleeding, opera seconda di Rose Glass, è una love story sopra le righe con risvolti crime tra una culturista che vive di autostop e la figlia solitaria del ricco e viscido padrone di un poligono di tiro e della palestra che lei gestisce. Personaggi riuscitissimi: un Ed Harris padre alfa pericoloso come una lama tagliente accarezzata dalla ruggine; una Kristen Stewart magnetica e sfuggente che aggiunge un altro memorabile tassello alla sua galleria di personaggi; e poi l’ottima esordiente Katy M. O’Brian, con la sua Jackie un po’ cucciolona smarrita e un po’ Mrs. Hyde. Tra steroidi, amori forti e saffici, sigarette e pick-up sotto cieli stellati nel deserto, gare di body-building, occultamenti di cadaveri e twist che incollano alla poltrona, questa storia d’amore sanguinante e visionaria come dal titolo, esteticamente lisergica e tesa come muscoli in gara potrebbe stare a metà strada tra Vizio di forma di P.T. Anderson e Les Ardennes di Robin Pront, con l’aggiunta di un pizzico d’iperbole fantasy.

Dopo l’uscita nelle sale italiane L’innocenza di Kore’eda Hirokazu occupa il 9° posto del nostro box office settimanale. Il maestro di cinema nipponico ci fa viaggiare come sempre attraverso il tessuto sociale del suo paese mostrandoci stavolta le vicende di un insegnante e dei due ragazzini coinvolti nelle sue angherie, parallelamente alle severe procedure scolastiche conseguenti e alle vite famigliari dei bimbi. Un piccolo affresco di verità celate, formalismi dei grandi e giochi infantili dei piccoli che scuote e incanta. Sempre deliziosi e tragici gli ingranaggi nei suoi lavori, che ci aprono gli occhi su quanto i punti di vista possano ruotare la realtà e i suoi significati.

Kore’eda scandaglia avventurosamente i nascondigli del cuore, ci parla di colpa e innocenza spostandoci il giudizio come una pedina della sua scacchiera. Apre la sua lente sul senso di colpa inoculato da terzi, ma resta sempre fedele al suo tocco poetico ed equilibrato su valori come amicizia, amore genitoriale, responsabilità grazie alla coerenza con cui pennella i suoi personaggi. Quest’anno a Cannes ha vinto la Palma d’Oro per la Migliore sceneggiatura, firmata da Sakamoto Yuji, mentre le musiche sono di Ryūichi Sakamoto, l’ultima composizione per il cinema di un altro grande maestro scomparso nel 2023.

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Sei film al cinema: dalla delusione per ‘The Crow’ ai ritorni di Kore’eda e Marco Tullio Giordana

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