Nel 2023 a Venezia Paradise is burning della svedese Mika Gustavson ha vinto il Premio Orizzonti per la Miglior regia. Dal 29 agosto arriva in sala con la sua naturalezza su queste tre sorelline, la più grande un’adolescente che vivacchia fumando erba ed esplorando case vuote. Restano sole, probabilmente con genitori assenti non solo fisicamente, in un’estate svedese ai bordi di periferia nella loro casa disordinatissima, tra giochi, capricci della piccola e continue auto-lezioni di vita fai da te.

Da un piccolo plot che la regista muove come un cubo magico esce fuori una gemma con tutte le tinte della sorellanza dove i tasselli non si separano mai. Costi quel che costi. Si respira un cinema di novità nella sua forma e antropologicamente molto stimolante nella sostanza, per dirla in modo tecnico. In realtà è un’opera emotivamente totale sulla crescita difficile. Il cast eccelso viene gestito allo stesso modo, trasudando verità attraverso tensione e tenerezza. Una menzione speciale merita la sorella maggiore di Bianca Delbravo. Al suo primo film ha la stessa sfrontatezza di un Vincent Cassel ne L’Odio, e insieme la cura nel gestire le sorelline simili a delle Pippi Calzelunghe di oggi, ma i lineamenti del viso e l’energia che trasmette ricordano una piccola Sigourney Weaver.

E mentre già si respira aria di Mostra del Cinema di Venezia 81, che domani apre i battenti, concludiamo con un’altra anteprima: La sindrome degli amori passati di Ann Sirot e Raphaël Balboni, in sala dal 5 settembre. Marito e moglie non riescono ad avere figli, ma dalla strana diagnosi di un medico che consiglia loro di fare sesso terapico con tutti i loro e le loro ex, inizierà un vortice di seduzioni, timidezze e tabù infranti che spiazza e scavalca molti confini con leggerezza. Questa la vera forza. Gli autori ci dicono che la coppia aperta è un groviglio molto difficile da gestire. E le cose scivolano come se si facesse il bagno senza mettere il tappo alla vasca. Tanta ironia ottimista e per le scene di sesso si sceglie un piccolo format di allegorie tra cromatismi pop e coreografie simboliche tra nudità mai sbandierate.

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