A complicare le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, uccisa con 4 coltellate a Terno D’Isola (Bergamo) nella notte tra il 29 luglio e il 30 luglio, ci sono alcuni punti ciechi. Quelli delle telecamere installate su alcune delle vie, ma soprattutto quelli dovuti all’assenza di telecamere su alcune delle vie intorno a Via Castegnate 32, dove è stato trovato il corpo della vittima.

850 metri e due vie di fuga dove le telecamere non ci sono, o sono coperte come quella all’angolo tra via Castegnate e via Partigiani, davanti alla quale Sharon è passata poco prima di essere uccisa intorno all’una di notte. L’unico filmato utile recuperato dagli inquirenti al momento è quella di una camera a 400 metri dal civico 32 di via Castegnate, in cui si vede un uomo passare in bici, ripreso mentre percorreva contromano via Castegnate negli stessi momenti in cui la 33enne è stata uccisa con quattro coltellate. Potrebbe essere l’omicida o un testimone, comunque un tassello chiave di un’indagine che, dopo un mese, non ha ancora individuato nessun indagato per il delitto. L’immagine è sgranata, gli inquirenti hanno indagato un vicino che ha negato di aver visto la persona passare, anche se nel filmato lo si vede mentre lo osserva. Sull’identità, secondo quanto trapela, vi sarebbero delle ipotesi ma il soggetto non è ancora stato rintracciato. Sarebbero comunque ancora una decina i soggetti ripresi dalle telecamere la notte dell’omicidio avvenuto a Terno d’Isola che devono ancora essere identificati dai carabinieri. L’analisi dei filmati, a ogni modo, avrebbe fornito elementi definiti “utili” da chi indaga anche se manca ancora l’elemento di svolta.

Oltre cento persone sono state interrogate dagli inquirenti, e un vicino ha raccontato che Verzeni aveva l’abitudine di uscire tardi la sera a passeggiare, anche d’inverno. L’alibi del compagno della vittima, Sergio Ruocco, appare solido. Lui si mostra sereno e la famiglia di lei, con cui viveva, sostiene la sua innocenza. Nei filmati delle telecamere non compare, ma i punti ciechi nella documentazione video sono molti. Dal giorno del delitto, la villa di Ruocco è sotto sequestro e l’uomo vive con i genitori di Sharon, che continuano a ripetere che per loro Sergio è ”come un figlio”.

Dalla ricostruzione emerge che i carabinieri siano andati a casa sua per interrogarlo intorno alle 4 di notte, quindi tre ore dopo il delitto. Il corpo non aveva segni di colluttazione o di graffi dovuti a un passaggio in mezzo ai rovi che si trovano su una delle potenziali vie di fuga che avrebbe potuto prendere sfuggendo agli occhi digitali delle telecamere. “Ruocco non poteva volare”, hanno detto gli inquirenti. L’uomo non è indagato e non c’è neppure un indizio a suo carico. La convinzione di chi indaga è che quel tratto di strada lui non l’abbia mai fatto. Convinzione basata anche sui filmati di telecamere private presenti sulla strada ma in posizioni non evidenti all’occhio di un passante.

Intanto anche oggi i carabinieri sentiranno in caserma altri possibili testimoni del delitto avvenuto in via Castegnate, mentre in parallelo prosegue l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona – cento ore di filmati estrapolati dalle 60 telecamere, pubbliche e private, attorno alla scena del crimine – con l’obiettivo di indentificare tutti i soggetti ripresi nella notte tra il 29 e 30 luglio scorsi. Si indaga ancora nell’ambiente delle relazioni di Sharon per dare un nome a chi ha ucciso a coltellate la 33enne. Gli inquirenti stanno analizzando anche il conto corrente della vittima. Di recente la barista si era avvicinata a Scientology, che organizza corsi a pagamento.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Problemi ai cantieri di Cortina (non solo quelli olimpici): dai lavori sull’ex stazione spuntano i vecchi binari. E ora si rischia lo stop

next
Articolo Successivo

Nubifragio a Milano, la pioggia forte colpisce la zona nord del capoluogo: le immagini

next