“Penso di sostenere ogni parola. Tutto ciò che scrivo sui social media lo devo difendere. Ho visto molti amici passare attraverso il doping ed essere sospesi. Ogni volta che una di queste viene fuori, c’è sempre un processo diverso per differenti giocatori. Non c’è nulla contro Sinner a livello personale. Penso che abbia avuto condizioni migliori. Non credo che sia uguale per il resto del circuito e non è giusto“. Dopo aver attaccato pesantemente Jannik Sinner su Xin seguito alla positività per contaminazione involontaria al Clostebol, agente anabolizzante contenuto in alcune pomate o spray cicatrizzanti e sostanza proibita dall’Itia (International Tennis Integrity Agency) perché dopanteNick Kyrgios non si è risparmiato ai microfoni di Espn.

Cos’è il Clostebol, la sostanza trovata nelle urine di Sinner

Kyrgios non ci sta
“Penso che sia importante il contesto: non ha migliorato le sue prestazioni aveva un miliardesimo di grammo di quella sostanza che proveniva da uno spray”. Nick Kyrgios, però, conosce il tipo di regole alle quali lo staff di ogni tennista viene sottoposto: “A ogni fisioterapista che lavora per un giocatore, così come a ogni giocatore viene inviata ogni anno una lista di sostanze proibite. A pagina 5 c’è scritto ‘Vietato in ogni momento’. Se c’è un chiarimento, dobbiamo trovare una definizione di cosa significhi ‘Vietato in ogni momento’. Sono abbastanza sicuro che ciò significhi che, a prescindere dalla quantità o dalla presenza, significa che si è positivi al test. Credo che ci sia una zona grigia in questo”. Kyrgios ha poi proseguito: “Il motivo per cui la sua squadra trasporta una sostanza vietata che, come sappiamo, non è assolutamente necessaria in questo sport è un’altra questione. Persone come Alcaraz sono state interpellate e sono rimaste neutrali al riguardo”.

Il tennista australiano ribadisce anche il concetto di equità: “Voglio solo che le condizioni di gioco siano uguali per tutti. Ecco perché ero contrario alla presenza di allenatori nel box dei giocatori. Non tutti i giocatori hanno un allenatore. Non tutti i giocatori che si qualificano possono permettersi un allenatore: se le condizioni di gioco non sono uguali per tutti, si perde un po’ l’integrità di questo sport”.

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