Se il trasporto passeggeri sta vivendo un’estate infuocata, anche quello merci non scherza. Anche il trasporto ferroviario merci italiano sta affondando, con gravi ripercussioni per il sistema industriale. Questo è il senso dell’allarme lanciato dalle associazioni di categoria Fermerci e FerCargo. Le associazioni di categoria chiedono che intervenga tempestivamente il Ministro dei Trasporti Salvini per evitare ulteriori conseguenze negative della circolazione dei treni, sconvolta da ritardi generalizzati di ore inaccettabili dovute anche a percorsi alternativi più lunghi.

Che l’apertura contemporanea di centinaia di cantieri avrebbe portato a grandi disagi era prevedibile. Le continue interruzioni e chiusure delle linee ferroviarie, dovute ai lavori del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dureranno fino al 2026. Stanno causando una riduzione della capacità di trasporto superiore al 50% nel 2024, con picchi dell’80% durante i mesi estivi. A peggiorare ulteriormente la situazione, si aggiungono le chiusure dei valichi alpini, tra cui il Frejus (ancora un anno) e il San Gottardo (chiuso fino a Settembre), che hanno mandato in tilt il sistema logistico italiano. Con un danno previsto di almeno 80 milioni per le imprese nel 2024. Se il trasporto ferroviario merci piange, quello su gomma non ride.

Secondo una ricerca della Cgia di Mestre, oggi mancano all’appello circa 22mila camionisti, una carenza che sta già avendo ripercussioni sulla capacità del Paese di garantire il trasporto delle merci. Con l’80% delle merci che viaggia su gomma, la situazione potrebbe presto trasformarsi in una crisi nazionale.

I dati raccolti mostrano che negli ultimi cinque anni il numero di titolari della Carta di Qualificazione del Conducente (la patente necessaria per esercitare la professione) è diminuito di quasi 410mila unità, un calo del 35%. Se la tendenza non verrà invertita, entro i prossimi dieci anni la metà degli attuali autisti sarà andata in pensione, senza un adeguato turnover. Mentre si afferma di voler rilanciare il trasporto su ferro delle merci per adeguarci alla media europea del 17% ,quella italiana già fanalino di coda europeo con l’8% calerà ulteriormente. Paradossalmente le quote di traffico perse si dovrebbero trasferire all’autotrasporto in crisi di conducenti. Le industrie non vorranno fermarsi e l’autotrasporto ricorrerà alla solita politica del superamento delle ore di guida, degli eccessi di velocità e del sovraccarico. Aumentando l’incidentalità sulle strade. Tutto il contrario delle misure di sicurezza stradale annunciate da Salvini che, non avendo programmato né la gestione del trasporto passeggeri né quella delle merci, ha stretto in una morsa pendolari, vacanzieri e treni merci.

Le imprese dell’autotrasporto saranno costrette, con meno autisti, a sopperire con il loro già largamente prevalente trasporto su gomma, con una valanga di Tir stranieri aumentando l’inquinamento e riducendo la sicurezza stradale.

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