Politica

Azione sfida Forza Italia e presenta un emendamento al ddl sicurezza per introdurre lo ius scholae

Azione vuole mettere alla prova Forza Italia. Dopo le aperture di Antonio Tajani – che ha più volte ribadito il favore di Fi allo ius scholae – il partito di Carlo Calenda sfida gli azzurri e annuncia la presentazione di un emendamento al disegno di legge in materia di sicurezza, che l’aula della Camera inizierà a discutere il prossimo 10 settembre. “Si tratta della traduzione normativa della proposta avanzata, ma non ancora formalizzata, da Forza Italia”, precisano da Azione sottolineando che fino al 9 settembre “c’è tempo e modo per raccogliere, a partire ovviamente da Forza Italia, suggerimenti di modifiche e integrazioni e per approfondirne tecnicamente la formulazione normativa”. Con un punto fermo: “il riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri, che abbiano completato un percorso di studio di 10 anni nel territorio nazionale, fino all’assolvimento dell’obbligo scolastico“.

Il partito di Calenda invita pertanto Forza Italia a votare con il centrosinistra e passare dalle parole ai fatti, approvando lo ius scholae. Una proposta – che avrebbe come potenziali beneficiari circa 560mila alunni stranieri – che rischia rompere gli equilibri nella maggioranza sul tema della legge sulla cittadinanza e che trova la dura opposizione in particolare della Lega che, nei giorni scorsi, è arrivata a minacciare la tenuta dell’esecutivo.

La proposta di emendamento di Azione prevede l’inserimento del comma 2-bis all’articolo 4 della legge numero 91 del 5 febbraio 1992. “Il minore straniero nato in Italia che, ai sensi della normativa vigente, ha frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno dieci anni la scuola primaria e secondaria, con la conclusione positiva del primo ciclo d’istruzione e l’assolvimento dell’obbligo scolastico, acquista la cittadinanza italiana“, si legge nell’emendamento. “La cittadinanza – continua la proposta – si acquista a seguito di una dichiarazione di volontà in tal senso espressa, entro il compimento della maggiore età dell’interessato, da un genitore legalmente residente in Italia o da un esercente la responsabilità genitoriale, all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza, da annotare nel registro dello stato civile. Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l’interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza”. Un altro comma (il 2-ter) aggiunge che “qualora non sia stata espressa la dichiarazione di volontà di cui al comma 2-bis, l’interessato in possesso dei relativi requisiti acquista la cittadinanza se ne fa richiesta all’ufficiale dello stato civile entro due anni dal raggiungimento della maggiore età”.