Pavel Durov è stato trasferito al tribunale di Parigi. Lì attende il verdetto su una sua possibile incriminazione, nel giorno in cui scade il fermo posto dalla polizia francese. Il fondatore di Telegram è stato arrestato la sera del 24 agosto, non appena sceso dal suo aereo privato sulla pista dell’aeroporto parigino di Le Bourget. Su di lui pendeva un “mandato di ricerca”, spiccato sulla base di un’indagine preliminare delle autorità francesi che lo accusa di essere complice dei reati commessi sulla sua piattaforma. Dagli Stati Uniti arriva però un retroscena. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, durante un pranzo nel 2018 Emmanuel Macron invitò Durov a trasferire Telegram a Parigi, ma l’imprenditore rifiutò. Questo nonostante il presidente francese avesse messo sul piatto anche la cittadinanza, comunque ottenuta dal 39enne di origine russa nel 2021. Inoltre, una fonte ha rivelato che Durov è indagato anche per “gravi violenze” contro uno dei suoi figli.

Sempre secondo il Wsj, nel 2017 i servizi francesi presero di mira Durov in un’operazione congiunta con gli Emirati Arabi Uniti, dal nome in codice “Purple Music”, mai segnalata in precedenza. Le autorità francesi erano preoccupate che lo Stato islamico utilizzasse Telegram per pianificare gli attacchi. Secondo una persona vicina a Durov, per anni l’azienda ha ignorato le citazioni in giudizio e gli ordini del tribunale inviati dalle autorità competenti, che si accumulavano in un indirizzo email aziendale raramente controllato. Dal canto suo, Telegram afferma di essere ora conforme al Digital Services Act dell’Unione Europea, che richiede alle aziende online di collaborare con le autorità per contrastare la diffusione di contenuti illegali sulle loro piattaforme.

Secondo un documento amministrativo francese visionato da Politico.eu, il mandato d’arresto per Pavel Durov è stato emesso a marzo ed era stato spiccato anche ai danni del fratello, co-fondatore di Telegram, Nikolai Durov. I reati contestati sono: “complicità nel possesso, distribuzione, offerta o messa a disposizione di immagini pedopornografiche in un gruppo organizzato”. Il documento visionato indica che l’indagine sotto copertura francese su Telegram è più ampia e ha avuto inizio mesi prima rispetto a quanto precedentemente dichiarato – i media francesi avevano riferito che l’indagine era stata aperta a luglio – . I mandati di arresto, precisa ancora Politico, sono stati emessi dopo che la piattaforma non ha dato “alcuna risposta” a una richiesta delle autorità di identificare un utente Telegram che aveva commesso reati. Il documento sottolinea la “cooperazione quasi inesistente di Telegram” con le autorità francesi ed europee in altri casi. La notizia del coinvolgimento di Nikolai Durov è stata smentita da Ria Novosti.

Una voce vicina al dossier ha riferito, inoltre, che Durov è indagato anche per “gravi violenze” contro uno dei suoi figli. L’indagine è stata appena aperta dall’Ufficio per i minori, ha aggiunto la stessa fonte, precisando che gli atti sono stati commessi sul giovane, nato nel 2017, quando frequentava la scuola a Parigi.

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