“Pare che lui non fosse d’accordo, che avesse cercato di farla ragionare, ma lei non ha voluto sentire ragioni”. Così i compaesani di Esperanza, la sposa che si è presentata da sola all’altare lo scorso 10 luglio, avevano raccontato del perché la donna si fosse ritrovata in chiesa, in abito nuziale e con le lacrime che le rigavano il volto senza nessuno accanto. Una storia che ha fatto il giro dei maggiori quotidiani. Oggi la Gazzetta del Mezzogiorno, che decide di non menzionare il luogo della Puglia dove sono accaduti i fatti, racconta tutto il retroscena di quel giorno triste. Tutti sapevano, questo il primo punto. Sapevano i colleghi e sapeva appunto anche “il mancato sposo”che il matrimonio non si sarebbe celebrato, avevano ragione i compaesani di Esperanza. Sulla Gazzetta si legge: “era stato lo stesso ‘sposo inesistente’, una volta scoperta la vicenda (i preparativi messi in essere da Esperanza, ndr), a inviare pec al datore di lavoro della donna e ad alcuni commercianti per informare che quelle nozze, in realtà, non ci sarebbero mai state. Eppure tutti sono andati avanti come se nulla fosse: chi era informato di quel pasticcio oggi si difende dicendo di aver rispettato la privacy”.
Il problema è che l’organizzazione di quel matrimonio non celebrato (il primo a sapere che così sarebbe stato? Il parroco “che non ha mai ricevuto i documenti per istruire la pratica canonica e quindi, circa un mese prima delle nozze, ha fatto firmare un documento alla sposa in cui questa dichiarava di annullare la prenotazione della chiesa”) ha avuto un costo di circa 15 mila euro che ora l’avvocata Angela Cortese sta provando a recuperare ma senza molto successo: “È un tentativo che faccio richiamandomi al senso di umanità”, ha detto alla Gazzetta spiegando di come a oggi l’unica disponibile a ridare parte della caparra sia la sala ricevimenti e così anche il noleggiatore dell’auto con la quale Esperanza è arrivata in chiesa (“metà della piccola somma”). Gli altri, tra fornitori e professionisti, al momento non sono disponibili. Una storia quella di Esperanza, di solitudine. Tutti sapevano, nessuno ha provato a parlarle.