“Alcuni ministri di Israele hanno lanciato messaggi d’odio, incitazione a commettere crimini di guerra contro i palestinesi e io credo che l’Ue debba usare tutti gli strumenti a sua disposizione: ma non posso decidere, posso solo proporre e saranno gli Stati membri a decidere”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell a proposito della possibilità di imporre sanzioni alcuni membri del governo di Benjamin Netanyahu. “Quello di oggi non è un consiglio affari esteri formale, dunque non si prendono decisioni esecutive, ma ho avviato la procedura per chiedere agli Stati membri di includere nella nostra lista di sanzioni alcuni ministri israeliani”, ha spiegato Borrell. “Io credo che l’Ue non debba avere tabù quando si tratta di ottenere il rispetto del diritto internazionale”, ha aggiunto.

Borrell aveva lanciato la proposta il 16 agosto, il giorno dopo che un gruppo di coloni israeliani aveva assaltato il villaggio di Jit, in Cisgiordania. L’Alto rappresentante Ue non ha fatto nomi, ma il riferimento è a due componenti dell’esecutivo israeliano: gli ultranazionalisti Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Il 13 agosto il ministro della Sicurezza nazionale ha passeggiato sul Monte del Tempio, a Gerusalemme, insieme a circa 1.600 fedeli nel giorno di Tisha b’Av, in cui gli ebrei commemorano la distruzione del primo e del secondo Tempio. Decine di pellegrini si sono sdraiati a terra in preghiera, violando lo status quo – concordato fra Israele e Giordania nel 1967 e ribadito nella pace del 1994 – e le istruzioni della polizia, secondo cui la preghiera nel sito è riservata ai musulmani.

Il 5 agosto Smotrich, ministro delle Finanze, ha lasciato intendere che bloccare gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza è “giustificato e morale“, anche se ciò causa la morte per fame di 2 milioni di civili, aggiungendo tuttavia che la comunità internazionale non permetterà che ciò accada. “Stiamo portando aiuti perché non c’è scelta”, aveva detto l’esponente dell’ultradestra. “Non possiamo, nell’attuale realtà globale, gestire una guerra – le sue parole -. Nessuno ci lascerà causare la morte di fame di due milioni di civili, anche se potrebbe essere giustificato e morale finché i nostri ostaggi non saranno restituiti.

“Per quanto mi riguarda è un periodo ipotetico dell’irrealtà”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, commentando la proposta. “Dobbiamo cercare di risolvere i problemi, convincere Israele a fare delle scelte che portino a un cessate il fuoco a Gaza perché quella è la priorità vera. Non è con il riconoscimento teorico della Palestina e con le sanzioni ai ministri israeliani che si risolve il problema, non è questa la strada giusta per convincere Israele a concludere un accordo al Cairo con le altre parti”, ha aggiunto Tajani.

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