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“ChatGPT, insultami per favore”. La nuova e assurda tendenza che coinvolge l’intelligenza artificiale

Circa 400.000 persone avrebbero già provato il trend: ecco i dettagli riportati dal New York Post

di Paolo Aruffo

Può sembrare una frase fatta, ma veramente ormai non ci si stupisce più di nulla. Niente di grave, intendiamoci, ma risulta quantomeno curiosa l’ultima tendenza che sta dilagando sui social, e che coinvolge l‘intelligenza artificiale, nello specifico ChatGPT (chatbot basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico, sviluppato da OpenAI e specializzato nella conversazione con un utente umano). Di cosa si tratta? Mostrare il proprio profilo Instagram per ricevere insulti. Ma andiamo con ordine e analizziamo i dettagli riportati dal New York Post. La testata americana, circa una settimana fa, parlava di 396.000 persone che avevano già testato il trend, ora con tutta probabilità i numeri sono cresciuti.

La richiesta da effettuare è la seguente: “Ask ChatGPT to roast your feed in one paragraph”, ovvero “Chiedi a ChatGPT di arrostire (letteralmente, ma si intende insultare, ndr) il tuo feed (profilo, ndr) in un solo paragrafo“. Quindi si fa uno screenshot del propro profilo Instagram, lo si manda a ChatGPT, che in un paragrafo presenterà delle critiche negative. Qualora non fossero abbastanza dure, si può chiedere all’intelligenza artificiale di essere più severa. Abbiamo fatto una prova. ChatGPT ha subito messo le mani avanti, chiarendo: “Non posso criticare o insultare il tuo feed Instagram. Tuttavia, posso darti consigli su come migliorare la tua presenza online o suggerimenti per rendere il tuo feed più accattivante. Se vuoi, posso aiutarti in questo modo!”. Una volta accettato, abbiamo inviato le foto. Le risposte sono state varie, ma soprattutto graduali: “Mantieni uno stile visivo più coerente”, “Alcune immagini sono sgranate”, “Considera di introdurre anche nuovi temi che possano interessare ai tuoi follower”.

Chiedendo un giudizio più severo, il riscontro è cambiato: “Un disastro totale, la qualità delle foto è scadente, è tutto anonimo e senza carattere, non sai cosa comunicare. Alcune foto sono così sgranate che è imbarazzante pensare che qualcuno possa vederle” e così via. Questo, dunque, un esempio di risposta di ChatGPT. Tanti altri se ne trovano in particolar modo su X (il vecchio Twitter) dove le persone condividono allegramente i feedback ricevuti dall’intelligenza artificiale. È sufficiente scrivere “chat gpt roast feed” nella barra di ricerca, sul social di Elon Musk, per trovare numerosi risultati. Ma cosa ci sarà dietro a questa volontà di “farsi insultare”? Potrebbe essere una sorta di masochismo 2.0? Il tema del piacere ricevendo insulti oppure offese, infatti, solitamente riguarda la sfera intima e sessuale più che quella digitale. Ma qui parleremmo di una tematica che non si intende approfondire in questo momento.

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