Violenza sessuale di gruppo aggravata da sostanze stupefacenti. È il titolo di reato dell’inchiesta della procura di Roma – per cui c’è già richiesta di archiviazione da parte degli inquirenti – nei confronti dei giornalisti Nello Trocchia e Sara Giudice. La notizia dell’indagine è riportata dal quotidiano La Verità. I legali della parte offesa, una collega giornalista, hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione e sarà il gip a decidere dopo la discussione fissata il prossimo dicembre. La presunta violenza è stata denunciata il 2 febbraio del 2023 alla Squadra mobile di Roma. Nella querela la donna ha dichiarato che il 29 gennaio aveva partecipato in un pub di Trastevere a una festa alla quale partecipavano anche Trocchia e Giudice, che sono compagni.

La denunciante ha dichiarato di aver bevuto dal bicchiere di qualcun altro forse un goccio di whisky o di rum senza ricordare chi le avrebbe passato il bicchiere. I tre giornalisti salgono sullo stesso taxi, diretti a casa della coppia. Secondo la denuncia, Trocchia e Giudice avrebbero insistito affinché la donna salisse a casa con loro. Ma lei sarebbe risalita a bordo del taxi. A casa, prosegue il racconto, parla con il suo compagno. Il giorno successivo lo stato di torpore della sera precedente non è ancora cessato. La ragazza per questo decide di andare in un laboratorio e fa analizzare la sua urina. Il responso evidenzia tracce di ghb, la cosiddetta droga dello stupro.

Il campione, dopo la denuncia, sarà acquisito a distanza di settimane anche dall’università di Tor Vergata, ma l’esame disposto dalla procura, contestato dai legali della vittima nelle metodologie, darà esito negativo. La pm, che ha chiesto l’archiviazione, ha anche rigettato l’analisi del capello della vittima. Viene interrogato invece il tassista, che dichiara di aver sentito Trocchia chiedere alla compagna di poter baciare la vittima e di aver sentito la ragazza biascicare. Dopo pochi giorni il tassista finisce sotto intercettazione per aver incontrato Trocchia, che lo aveva contattato. Non sa di essere ascoltato e a un collega racconta quello che è accaduto: “Ce provavano tutti e due con questa, se la volevano porta’ a casa e l’ho riportata a casa lei”.

La pm titolare del fascicolo, senza ascoltare la vittima, ha richiesto l’archiviazione dell’inchiesta, contro cui i legali della parte offesa hanno fatto opposizione. Sarà ora il giudice per le indagini preliminari a valutare il caso nell’udienza fissata per il prossimo dicembre. Sul caso intervengono gli avvocati Grazia Volo e Virginia Ripa di Meana che difendono Nello Trocchia e Sara Giudice: “In merito all’articolo del quotidiano la Verità su una dolorosa vicenda privata che riguarda Sara Giudice e Nello Trocchia e una terza parte denunciante, con questo comunicato segnaliamo che la procura della Repubblica di Roma, dopo approfondite indagini durate diversi mesi, ha deciso di non esercitare l’azione penale e per questo ha chiesto l’archiviazione nei confronti di Trocchia e Giudice. La ricostruzione odiosa e falsa dei fatti compiuta da La Veritá e ripresa da altri media nazionali contrasta totalmente con le risultanze investigative che dimostrano la totale infondatezza della denuncia e della versione della denunciante. Gli articoli sono stati scritti nel disprezzo delle regole deontologiche che impongono la verifica delle notizie. Per conseguenza gli articoli contengono informazioni volutamente false. Per queste ragioni tuteleremo la reputazione dei nostri assistiti in ogni opportuna sede giudiziaria sia nei confronti della stampa che della denunciante, nei confronti della quale si profila il reato di calunnia“.

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