Le nuove linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica proposte dal ministro Giuseppe Valditara sono state bocciate dal Consiglio superiore della pubblica istruzione. Nella giornata di ieri l’organo di garanzia del sistema scolastico italiano ha rinviato a viale Trastevere lo schema di decreto di adozione esprimendo un articolato parere negativo con la richiesta di rimettere mano alla proposta già circolata nei giorni scorsi sui media e tra i banchi.
Sette pagine di critiche netta: un testo, quello delle nuove linee guida che “risulta – a detta del Cspi – in alcuni passaggi appesantito anche da espressioni retoriche” formulate “in maniera poco funzionale”. Ma non solo. Secondo i membri del Consiglio superiore stonano “nel rispetto dell’autonomia didattica riconosciuta alle scuole, espressioni che danno l’idea di una certa prescrittività delle attività da porre in essere e dei temi da trattare (es. “si dovrà”, “occorre”, ecc.)”. Respinta anche l’idea, tanto sbandierata dal ministro leghista, di evitare l’utilizzo di smartphone e tablet nella scuola dell’infanzia, nella primaria e secondaria di primo grado per finalità didattiche e inclusive “in quanto non attinente al tema della cittadinanza digitale e non pertinente alle finalità delle linee guida”.
A leggere il parere (che è comunque consultivo e non vincolante per il ministero) del Cspi non si salva nulla della proposta di Valditara. In primis secondo gli esperti il testo delle precedenti linee guida ormai assunto dalle scuole e oggetto di approfondita attività di formazione, non richiedeva particolari revisioni. Fatta questa premessa i punti rinviati al mittente sono numerosi e le parole usate dall’organo di garanzia non possono passare inosservate.
Nel merito all’interno del paragrafo “Principi a fondamento dell’educazione civica”, si rileva la mancanza di un riferimento alla relazione sociale tra individuo e collettività; nella sezione “Costituzione”, si evidenzia l’assenza di un riferimento esplicito all’educazione contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere; nella parte dedicata allo “Sviluppo economico e alla sostenibilità”, sarebbe stato opportuno dedicare un approfondimento specifico all’educazione finanziaria.
Immediata la reazione delle organizzazioni sindacali. “Viste le tante criticità, il Consiglio ha espresso un giudizio drasticamente negativo sul provvedimento invitando il ministro a rivedere interamente il testo. Il parere – spiega la segretaria generale della Flc Cgil Gianna Fracassi – suona come una solenne bocciatura rispetto ad una visione ideologica e arretrata della scuola pubblica”. Ora la palla passa al ministro che dovrà in qualche modo tener in considerazione il punto di vista del Cspi nonostante la chiara volontà, nella convinzione di aver fatto un buon lavoro, di far arrivare al più presto ai presidi le novità.