Le Nazioni Unite hanno condannato l’operazione “Campi estivi” , la vasta azione militare, condotta da centinaia di soldati, con cui Israele ha allargato il conflitto contro i palestinesi anche alla Cisgiordania. L’apertura di un nuovo fronte nel West Bank preoccupa Antonio Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite. Troppi morti tra i civili, compresi i bambini. Per questo ha chiesto “l’immediata cessazione delle operazioni”, accodandosi a quanto dichiarato dall’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani che ha parlato di “una violazione del diritto internazionale che rischia di infiammare ulteriormente una situazione già esplosiva”. Ma le critiche del segretario sono state rispedite al mittente. Per Tel Aviv l’operazione in Giudea e Samaria – il nome biblico di quella che oggi è conosciuta come Cisgiordania – è parte della lotta al terrorismo intrapresa dallo Stato ebraico. E quindi andrà avanti, indipendente dalla censura della comunità internazionale. Intanto a Gaza è stato raggiunto l’accordo per “pause umanitarie” localizzate in modo da portare avanti la vaccinazione antipolio.
Danny Danon, l’ambasciatore israeliano all’Onu, ha scritto in un post su X che “dal 7 ottobre, l’Iran ha lavorato attivamente per contrabbandare sofisticati ordigni esplosivi in Giudea e Samaria, destinati a essere utilizzati in attentati suicidi nel cuore delle città israeliane”. “Lo stato di Israele non starà a guardare, ad aspettare scene di autobus che esplodono nei centri urbani”, aggiunge Danon. “Le operazioni dell’Idf in Giudea e Samaria hanno un obiettivo chiaro: prevenire il terrorismo iraniano per procura che danneggerebbe i civili israeliani”, conclude. Il post di Danon è arrivato in risposta alla dichiarazione di Guterres, affidata sempre a X. “Gli ultimi sviluppi nella Cisgiordania occupata, compreso il lancio di operazioni militari su larga scala da parte di Israele, sono profondamente preoccupanti – ha scritto il segretario generale delle Nazioni Unite -. Condanno fermamente la perdita di vite umane, compresi i bambini, e chiedo l’immediata cessazione di queste operazioni”.
Le preoccupazioni di Guterres sulla sorte dei civili palestinesi sono state condivise anche da Washington, storico alleato di Israele. L’amministrazione Biden ha esortato Tel Aviv ad “adottare tutte le misure possibili per proteggere le vite dei civili in Cisgiordania”, pur riconoscendo “le reali esigenze di sicurezza di Israele, che includono la lotta all’attività terroristica nel West Bank”, ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato al Times of Israel. “Rimaniamo inoltre profondamente preoccupati per il mantenimento della stabilità in Cisgiordania e continuiamo a sollecitare Israele ad adottare tutte le misure fattibili per proteggere le vite dei civili anche a Gaza”, prosegue la dichiarazione.
Per Sigrid Kaag, coordinatrice per gli aiuti umanitari e la ricostruzione a Gaza delle Nazioni Unite, la tragedia umanitaria in atto nella Striscia è senza precedenti nel XXI secolo. “Sono passati quasi 11 mesi dal tragico e terribile attacco terroristico di Hamas contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini. Tante famiglie vivono nell’incertezza sulla sorte dei loro cari, degli ostaggi e tanti cittadini sono stati colpiti dagli eventi del 7 ottobre. Anche a Gaza si sta consumando una tragedia umanitaria di proporzioni senza precedenti, con un totale di distruzione e sofferenza umana che non abbiamo mai visto nel XXI secolo in questa misura”, ha dichiarato, arrivando al consiglio informale affari esteri, in corso a Bruxelles. “Dobbiamo continuare a insistere sul cessate il fuoco, sul rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e sulla restituzione delle salme ai loro cari in Israele” ha spiegato Kaag, sottolineando anche la necessità di “un massiccio aumento dell’assistenza umanitaria”.