Erano gli anni 1970 quando ho fatto il mio primo viaggio lungo in automobile. Per le vacanze estive, ero partito da Firenze verso la Sicilia con la mia ragazza. Viaggiavamo a bordo della mia “Dyane 6”, una versione ammodernata della storica Citroën “2 CV”. Con il suo potente (si fa per dire) motore bicilindrico da 600 cc arrivava anche a fare qualcosina di più di 110 km/h, ma più che altro in discesa. Oltre 1000 km e 10 ore al volante nel caldo di Agosto per arrivare in Sicilia in uno stato decisamente zombico. Mi ricordo che per diversi giorni il ronzio da macinacaffé del motore ha continuato a risuonarmi nelle orecchie.

Quest’anno, mi sono concesso un nuovo viaggio di una certa lunghezza in macchina, accompagnato dalla stessa ragazza di allora, oggi mia moglie. Mi avevano invitato a Bari a presentare il mio libro Il Futuro del Trasporto, e mi sembrava il caso di dimostrare che era possibile arrivarci da Firenze con un veicolo elettrico; un percorso di circa 800 km. Non che avessi dubbi, ma ho voluto confermarlo in pratica. Ebbene, sì. Vi posso dire che con la macchina elettrica si viaggia bene e senza problemi anche su lunghe distanze.

Il confronto con il macinacaffé di tanti anni fa è impietoso. Guidare una macchina elettrica mi ricorda sempre quello che disse l’asso dell’aviazione tedesca Adolf Galland quando pilotò per la prima volta un caccia a reazione: “Sembrava che ci fossero gli angeli a spingere.” La macchina elettrica è completamente silenziosa; viaggia come se fosse spinta dagli angeli. Con in più aria condizionata, guida assistita, navigatore satellitario e altre diavolerie che la vecchia Dyane non si sognava nemmeno.

Ovviamente, quando si parla di viaggi con auto elettriche, viene sempre fuori la questione dell’autonomia. Con la mia macchina, tenendosi a 120 km/h e con l’aria condizionata accesa, si fanno circa 300-350 km. In teoria, per andare da Firenze a Bari basterebbero due ricariche partendo carichi al 100%. In pratica, la “filosofia” della ricarica è diversa. Lo sai che ti devi fermare ogni tanto per un po’ di relax, mangiare qualcosa, e per le normali necessità fisiologiche. Allora, non aspetti di aver quasi finito la carica. Piuttosto, ti fermi nei posti dove ti puoi rilassare mentre la macchina si ricarica. Per esempio, ti fermi a quei ristoranti che hanno la colonnina di ricarica nel parcheggio. Qualche anno fa, non era una cosa ovvia, ma oggi le colonnine ad alta potenza stanno comparendo un po’ ovunque. Con quelle, bastano 20 minuti o poco più per una ricarica completa. Lungo le autostrade, cominciano anche ad apparire aree attrezzate con aria condizionata e Wi-Fi, dove ti puoi rilassare mentre la macchina si carica.

Ma vale ancora la pena, oggi, fare lunghi viaggi in automobile? Sotto molti aspetti, no. Al tempo della mia vecchia Dyane, il treno non andava più veloce delle automobili, ma oggi le linee ad alta velocità vanno il doppio più veloci. In treno, ti puoi rilassare, puoi accendere il tuo portatile e lavorare come se fossi in ufficio. Se poi se ti viene sonno, puoi chiudere gli occhi senza il rischio di finire nel grande nulla, come potrebbe succedere se lo fai mentre sei al volante. E il treno costa anche meno, perlomeno in confronto a viaggiare da soli in automobile.

D’altra parte, è anche vero che il treno non arriva dappertutto: l’Italia rimane un paese di piccole città e villaggi. Connetterli tutti con un sistema di trasporto pubblico capillare sarebbe costoso e poco efficiente. Poi, c’è anche una questione del perché uno viaggia. Così come esiste lo “slow food” dovrebbe esistere anche il concetto di “slow travel”. Ovvero, spostarsi non soltanto per muoversi da una città a un altra, ma per andare a zonzo e vedere cose. Per esempio, avete mai visto il “Colosso di Barletta”? Vi dirò che non sapevo neanche che esistesse; ci sono passato davanti per caso, il che non mi sarebbe mai capitato se andavo a Bari in treno. Ed è una statua impressionante che vale la pena vedere. Ah… Incidentalmente, se passate per Barletta, un’altra cosa che vale la pena di vedere è la pinacoteca De Nittis.

Alla fine dei conti, ci sono ancora delle buone ragioni per viaggiare in automobile, specialmente oggi che lo possiamo fare con dei mezzi elettrici. Nel futuro, lo sviluppo della guida automatica renderà probabilmente obsoleto il concetto stesso di “auto privata”. Useremo mezzi di trasporto individuali o collettivi a seconda delle esigenze. Per saperne di più, potete leggere il mio libro Il Futuro del Trasporto dove discuto di queste cose in modo più approfondito.

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