Giorgia Meloni strappa in Europa, ma a prendere in mano ago e filo nel tentativo di ricucire il più possibile il rapporto tra Roma e Bruxelles è il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Leader di Forza Italia, capo della diplomazia, ex presidente del parlamento Ue e vicepresidente della più importante famiglia politica europea, la stessa di Ursula von der Leyen, l’ex delfino di Berlusconi aveva ricoperto il ruolo di sponsor nelle trattative poi naufragate malissimo tra la presidente della Commissione Ue e Giorgia Meloni, con ripercussioni anche sulla propria credibilità. E adesso, a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione dei candidati commissari, prova di nuovo a recuperare i buoni rapporti. L’obiettivo: portare Raffaele Fitto a Bruxelles con un incarico prestigioso.

La visita di Weber
L’operazione ha preso il via definitivo mercoledì, quando in Italia è arrivato il presidente del Ppe, Manfred Weber, che oltre a incontrare Tajani ha visto anche la presidente del Consiglio. I temi sul tavolo sono diversi, dalla procedura per deficit eccessivo alla richiesta di maggior flessibilità, ma quella delle nomine è la partita più imminente. L’Italia è rimasta tra i pochissimi Paesi a non aver ancora ufficializzato le proprie candidature. Il nome del ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, rimane in cima alla lista, ma resiste nell’ombra anche quello della direttrice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), Elisabetta Belloni. Roma continua a reclamare un posto di rilievo, una vicepresidenza esecutiva con deleghe di peso nella prossima Commissione, ma la decisione di Meloni di votare contro la conferma di Ursula von der Leyen rischia di compromettere seriamente ciò che, senza queste frizioni, sarebbe stato quasi un atto dovuto.

Non è un caso, quindi, che lo stesso Weber prima di vedere la presidente del Consiglio abbia incontrato proprio Fitto: “Come sempre è stato un buon incontro”, si è limitato a commentare il politico tedesco della Csu lasciando gli uffici del ministero. “Per me come leader del Ppe è impossibile ignorare, isolare l’Italia – ha detto poi al Corriere della Sera in riferimento ai rischi di isolamento a livello europeo – È un Paese centrale in Europa, uno dei padri fondatori. In Italia c’è una popolazione pro-europea, non c’è nessun partito che vuole uscire dall’euro come invece in altri Paesi. Lavorerò sempre per includere l’Italia nel processo delle decisioni”. E rende merito al suo collega Antonio Tajani di aver ‘istituzionalizzato’ Meloni: “Rispetto a due anni fa la percezione che si ha in Europa di Giorgia Meloni è che sia cambiata notevolmente e che Tajani abbia contribuito molto. Adesso lei è rispettata come primo ministro, il suo governo di centrodestra è visto come pro-europeo, un governo credibile che sta cercando di risolvere i problemi”.

Tajani in missione a Bruxelles
Ma l’ultimo tentativo di riportare l’Italia in carreggiata ed evitarne l’isolamento, che è un’opzione concreta a differenza di ciò che dichiara Weber, lo farà proprio Tajani, a Bruxelles per prendere parte al Consiglio Affari Esteri. A margine del vertice, il vicepremier ha incontrato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e tra le varie tematiche affrontate ci sarà sicuramente il ruolo che l’Italia dovrà avere nella prossima Commissione. Anche mercoledì il ministro degli Esteri aveva chiarito la sua posizione: “Io mi auguro che ci sia” una vicepresidenza della Commissione Ue all’Italia, “tranne che con Gentiloni c’è sempre stato un vicepresidente italiano” e “credo sia giusto per l’importanza del nostro Paese, siamo la seconda manifattura, la terza economia e un Paese fondatore che ha sempre dimostrato grande lealtà nei confronti dell’Europa, quindi credo che sia giusto avere un vicepresidente italiano”. E ha poi aggiunto di aver sempre “sostenuto la candidatura di Fitto perché è un futuro commissario esperto, conosce sia il Consiglio, sia la Commissione sia il Parlamento quindi è in grado di dare un contributo concreto a von der Leyen”.

Messaggio che è stato recapitato alle presidenti di Commissione e Parlamento, facendo valere i buoni rapporti tra compagni di partito. Si tratta dell’ultimo tentativo utile prima della decisione di von der Leyen, motivo per cui l’ufficialità della candidatura è stata rimandata fino a oggi, a poche ore dalla deadline del 30 agosto. Ma questo, conclude Tajani, non è un problema: “C’è un termine entro il quale bisogna presentare le candidature, non è una corsa a chi arriva prima. L’importante è trovare un commissario che possa lavorare nell’interesse dell’Unione europea, perché l’Europa ha bisogno dell’Italia e la scelta giusta è quindi di avere una buona qualità”. Riassunta, a suo parere, nella figura di Fitto: “La figura di Fitto è la migliore possibile, c’è convergenza da parte di tutto. Dobbiamo inviare un commissario che faccia il commissario e non l’apprendista. Mi auguro per lui una vicepresidenza esecutiva”.

X: @GianniRosini

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Tajani a Bruxelles: “Ultimi a fare il nome del Commissario Ue? Non è una corsa a chi arriva prima”

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