Cronaca

Otto spogliarelliste e un patrimonio svanito: il generale Mario Buscemi e l’inchiesta nata dalla denuncia dei figli

La vita di Mario Buscemi, generale di corpo d’armata e già consigliere militare a Palazzo Chigi negli anni Novanta, ha preso una piega drammatica dopo il suo pensionamento. Caduto in una profonda depressione, il generale ha iniziato a frequentare un night club vicino al Colosseo, il Poppea, dove ha conosciuto alcune giovani spogliarelliste che, secondo quanto denunciato dai suoi figli, avrebbero approfittato della sua fragilità per depredarlo di gran parte del suo patrimonio.

L’inchiesta, che come riporta Repubblica è ora in mano al pubblico ministero Mario Dovinola, si concentra su otto ragazze che, nel corso di un decennio, avrebbero instaurato un rapporto con l’anziano ufficiale, ottenendo da lui denaro contante, appartamenti, gioielli, vacanze e altri beni di lusso. Si sospetta che il generale, negli ultimi anni della sua vita, fosse stato manipolato da queste giovani donne, sfruttando la sua vulnerabilità emotiva e la perdita di lucidità dovuta alla depressione.

La denuncia presentata dai figli di Buscemi ha sollevato l’ipotesi di circonvenzione d’incapace, un reato che si configura quando una persona viene indotta a compiere atti a proprio danno a causa della propria debolezza mentale. Questo scenario è reso ancora più plausibile dal fatto che il generale, negli ultimi anni, aveva visto il suo patrimonio ridursi drasticamente, fino a raggiungere livelli preoccupanti.

Gli inquirenti stanno ora cercando di fare luce sulle dinamiche che hanno portato alla perdita del patrimonio del generale. Uno degli elementi centrali dell’inchiesta riguarda un episodio particolare: uno scambio di messaggi tra il generale e una delle ragazze, in cui quest’ultima chiedeva esplicitamente di cancellare la chat WhatsApp, probabilmente per eliminare prove compromettenti delle richieste di denaro fatte all’anziano ufficiale.

Nonostante le accuse, il fascicolo aperto dal pm Dovinola non contiene ancora indagati. Tuttavia, le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive, con le otto ragazze pronte a essere ascoltate come persone informate sui fatti. La loro testimonianza sarà cruciale per stabilire se effettivamente abbiano agito con l’intento di sfruttare la vulnerabilità del generale o se, al contrario, fossero coinvolte in rapporti consensuali che, pur con tutte le ambiguità del caso, non configurano un reato. L’inchiesta, ancora nelle fasi iniziali, si preannuncia complessa e delicata. Gli investigatori dovranno fare chiarezza su quanto accaduto e, soprattutto, stabilire se le accuse di circonvenzione d’incapace troveranno riscontro nei fatti.