Nuova segnalazione legata all’omicidio di Sharon Verzeni. L’informazione arriva ai carabinieri da un commerciante, proprietario di un piccolo chiosco alimentare nel centro di Terno d’Isola. La notte che Sharon è stata uccisa, ha notato circa 10 persone, tutti soliti frequentatori del centro città. Di queste, solo una non si è più fatta vedere per le strade del paese dal quel 30 luglio. Si tratta di un uomo di 35 anni, fino a luglio assiduo frequentatore del centro e soprattutto di piazza VII Martiri – la piazza centrale, da cui si dirama anche via Castegnate – che, dal giorno del delitto, non è più apparso nella zona e risulta scomparso.

La testimonianza del commerciante – “Saranno una decina, in gran parte marocchini. Fanno sempre un gran casino e sono veloci di lama. Per qualche giorno non li ho più visti, ma pian piano stanno tornando. Tutti, tranne uno. Non si vede da settimane”, dice il testimone al Corriere di Bergamo. “Mi hanno anche fatto vedere diverse foto segnaletiche, ma non c’era quella del tizio che è sparito da settimane. Avrà sui 35 anni. Se me lo dovessi trovare davanti lo riconoscerei subito. Farebbero bene a cercarlo anche i carabinieri”. Il commerciante, dopo essere stato in caserma ha anche ricevuto delle minacce: “Sono venuti a minacciarmi. Mi hanno detto: ‘Sei un infame, perché non ti fai i ca… tuoi’. Avevano visto i carabinieri in borghese in negozio”, racconta sempre al Corriere.

Un’assenza sospetta – Questa assenza non può che farsi notare. L’uomo è conosciuto in paese per il suo carattere aggressivo, un elemento che ovviamente non indica direttamente un coinvolgimento, ma che unito al particolare della scomparsa, sicuramente attira l’interesse degli inquirenti. Le indagini, infatti, non hanno mai abbandonato la pista del violento o del balordo e gli investigatori si stanno concentrando anche su chi frequenti il centro di terno d’Isola durante la notte.

Il compagno Ruocco – “È passato un mese, è giusto controllare quello che si può controllare – ha dichiarato Sergio Ruocco, compagno di Sharon Verzeni – È giusto controllare le persone, come controllano un po’ tutti”. Ai giornalisti che lo incalzavano chiedendogli se sia giusto battere la strada dello spaccio, il compagno della vittima ha risposto: “È giusto batterle un po’ tutte”. Che l’omicidio sia stato opera di qualcuno che non conosceva la vittima, il compagno lo aveva già ipotizzato “all’inizio”, ricorda a un mese dalla morte di Sharon. “Lo so che è un mese” dall’omicidio ha detto il 37enne. “Tornare al lavoro in questa situazione non è il massimo”, nonostante l’affetto dei colleghi, che ”mi stanno vicino”. Una ricorrenza, quella del primo mese senza Sharon, che sto “vivendo male come al solito, purtroppo”, dice Ruocco, che in serata andrà al cimitero insieme agli suoceri a portare un fiore sulla tomba della compagna. “Al cimitero ci andiamo quasi tutti i giorni, anche domani sicuramente torneremo”. A chi gli chiede se è previsto un momento di commemorazione a un mese dall’omicidio, l’uomo ha risposto: “Lo vediamo stasera”.

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