Durante queste vacanze ho letto molto: romanzi, gialli, saggi e interviste. E proprio una rara ritrovata intervista a Simone de Beauvoir, pubblicata da Marie Claire, mi ha stimolato la voglia di rileggere alcuni saggi della scrittrice francese. In particolare i quattro volumi – Memorie di una ragazza perbene, L’età forte, La forza delle cose e A conti fatti – scritti tra il 1958 e il 1972, considerati la sua autobiografia. Li avevo letti quando studiavo a Parigi, ma desideravo rifrescarmi la memoria e li ho cercati tra i miei libri. Non ho avuto difficoltà a trovarli, purtroppo mi sono resa conto che i caratteri erano veramente troppo piccoli quindi ho deciso di acquistare la versione digitale. E così ho scoperto che ne esistono solo due – Memorie di una ragazza per bene e L’età forte – gli altri sono “esauriti” oppure si trovano usati in cartaceo.

A quel punto ho iniziato a cercare altri saggi di de Beauvoir e mi sono resa conto che anche La cerimonia degli addii non è stata ristampata. Sui siti di vendita online si trovano solo alcune copie usate. È bene precisare che è stato scritto nel 1981 ed è l’ultimo lavoro letterario della scrittrice in cui è descritta la morte di Jean-Paul Sartre e si conclude il suo lavoro autobiografico. Sul sito di Einaudi c’è il solito aggettivo “esaurito” per spiegare al lettore che questo capolavoro non è più disponibile in cartaceo. E non esiste la versione digitale.

E allora mi sono arrabbiata e rattristata. Arrabbiata perché non è pensabile che una delle più importanti pensatrici, filosofe, esponenti dell’esistenzialismo e del femminismo del XX secolo sia stata messa in cantina da Einaudi. Come è possibile che questa casa editrice, portata in palmo di mano da intellettuali e critici, considerata una delle più ricche culturalmente e orientata all’impegno civile del panorama italiano, abbia lasciato morire i saggi di Simone De Beauvoir? Probabilmente l’algoritmo che calcola le vendite non ha ritenuto redditizio ristampare i suoi saggi. E fin qui, mi rattristo, ma “business is business”. Però non capisco la scelta di non proporre tutte le opere della scrittrice francese in digitale. Proprio non riesco a giustificare la scelta dei dirigenti di Einaudi. E mi auguro che Paola Gallo, direttrice editoriale di Einaudi dal 2023, possa invertire questa inspiegabile decisione.

Purtroppo la casa editrice torinese non è la sola a non aver digitalizzato il catalogo. A mio avviso, i costi non sono una giustificazione accettabile, soprattutto perché gli studi e le ricerche evidenziano che una ricca disponibilità di catalogo porta molti soldini nelle casse delle case editrici. E poi i responsabili marketing potrebbero studiare intelligenti promozioni per incentivare le vendite. Ma non è il mio compito spiegare come promuove i libri, personalmente mi impegno affinché capolavori del passato siano sempre disponibili e, grazie agli ebook, questo è possibile. Ma non nel nostro Paese il digitale fa ancora molto fatica, infatti, ci sono editori che pubblicano solo in cartaceo e si dimenticano di realizzare la versione ebook.

In questo modo ottengono due risultati: ignorare una parte sempre più ampia di lettori e penalizzare le vendite.

[In foto: Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre]

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