“L’Olimpiade di Parigi io la vedevo davvero come l’ultima gara, quella per cui mi ero preparato una vita intera ed ero in una condizione atletica stratosferica, poi però non è andata come volevo e dentro sento una voglia, un qualcosa che mi spinge a rimettermi in gioco per i Mondiali di Tokyo (nel 2025). Poi ci sono tante le dinamiche, tanti fattori se penso a Los Angeles. Se decido di andare avanti ci metto tutto me stesso, non riesco a pensare a piani B. Quando deciderò, ci metterò tutto me stesso”. Dopo gli sfortunati Giochi Olimpici – in cui l’atleta azzurro è stato vittima di coliche renali che hanno inevitabilmente compromesso la sua corsa all’oro – Gianmarco Tamberi è tornato a parlare della sua esperienza durante la conferenza stampa alla vigilia del Golden Gala: “Il mio modo di comunicare a Parigi? Non possiamo tutti condividere, quello che posso garantire al 100% è che in quei momenti non pensi quale sia il modo giusto di comunicare. Stavo ricevendo tanti messaggi e non riuscendo a rispondere a tutti, volevo comunicare a tutti come stavo. Ho fatto ciò che sentivo. Sui social non pubblico solo i momenti belli o gli hotel di lusso. Poi è chiaro che non tutti possono condividere. Sono felice e orgoglioso di non mollare e dell’affetto ricevuto dai tifosi”.
Le Olimpiadi di Gianmarco Tamberi
Tra problemi fisici, polemiche e tanti post condivisi sui social. Il pronto soccorso nel giorno della finale e il selfie “Io ci sarò”. Gianmarco Tamberi, che lo si ami o meno, ha tenuto incollati migliaia di utenti al proprio profilo aggiornando le sue condizioni di salute con un personalissimo bollettino medico. Una volta era compito delle federazioni, oggi è lo stesso atleta che fa notizia. Dopo ore di apprensione, Gimbo si era presentato allo Stade de France per partecipare alla finale di salto in alto. Dopo sei tentativi, però, la sua favola ha fatto i conti con la realtà: sfinito e senza forze, con prestazioni che sono state ben lontane dalla sua migliore condizione. Una giornata thriller, vissuta e raccontata ora dopo ora su Instagram: un comportamento e un metodo comunicativo che non è piaciuto a tutti. Ne sono un esempio le parole della ex ginnasta italiana Fabrizia D’Ottavio sulla questione: “Tre post in 7 ore (senza contare tutto il teatrino della fede nei giorni scorsi), fatti nel giorno della finale olimpica, quando ti giochi tutto. Tra coliche, vomito, ospedali e barelle, da ex atleta ‘ammiro’ l’energia e la concentrazione che riesce a dedicare al telefono…con la moglie che lo assiste ma nel mentre si scusa con i follower per non poter rispondere a tutti. Sarò di un’altra generazione, ma tutto questo mi disturba. Ecco l’ho detto, non odiatemi. Ciao”.