Kiev lo chiede da mesi. Oggi è tornato a farlo anche Bruxelles. “Le restrizioni all’uso delle armi date all’Ucraina devono essere revocate – ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell accogliendo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Bruxelles per il consiglio informale esteri -, ci deve poter essere pieno utilizzo per colpire obiettivi militari in Russia in linea con le regole internazionali”. L’8 agosto la Commissione europea aveva aperto alla possibilità, ma la decisione spetta ai singoli Stati. “È chiaro che Mosca vuole distruggere completamente, annichilire, il sistema elettrico ucraino per metterla al freddo il prossimo inverno – ha proseguito Borrell -. La Russia vuole forzare alla capitolazione piena una nazione europea a suon di bombe. I sistemi di difesa aerea erano essenziali prima dell’estate e lo sono ancora di più oggi. Questo sarà il primo punto di un Consiglio Affari Esteri molto intenso”.

“Possiamo sconfiggere la Russia, lo abbiamo dimostrato una volta di più – ha fatto eco Kuleba -. Ma dobbiamo poter colpire gli obiettivi militari legittimi dentro la Russia, gli aeroporti da dove partono gli attacchi per l’Ucraina, se abbiamo missili sufficienti e possiamo colpire gli obiettivi, ridurremo la pressione sulla infrastrutture critiche”. Il capo della diplomazia di Kiev ha chiesto quindi “a tutti i paesi che si sono impegnati a consegnare i sistemi Patriots mesi fa di consegnarli finalmente. Ci sono, sono pronti per la consegna. Ciò che manca è solo il via libera per farlo, qualunque siano le ragioni, è tempo di farlo, mentre stiamo entrando nella stagione autunnale e abbiamo visto lunedì come la Russia si comporterà”.

La posizione dell’Italia sul tema non cambia. “Ogni Paese decide per sé – ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando al Consiglio -, per quanto ci riguarda l’uso delle armi italiane può avvenire solo all’interno dell’Ucraina“. “Noi abbiamo inviato soprattutto armi difensive: adesso stiamo per inviare la nuova batteria Samp-T che è difensiva e non può essere utilizzata in territorio russo. Ribadiamo che noi non siamo in guerra con la Russia, la Nato non è in guerra con la Russia quindi per l’Italia rimane la posizione di utilizzare le nostre armi all’interno del territorio ucraino”.

L’Unione Europea “ha iniziato a trasferire all’Ucraina” i proventi dei beni russi immobilizzati e a finanziare direttamente gli Stati membri per fornire armi a Kiev, ha detto poi Borrell. “Abbiamo già trasferito 1,4 miliardi“, ha precisato. Immediata la risposta di Mosca: si tratta di “un furto“, che avrà “sicuramente conseguenze legali”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Le forze di Kiev, nel frattempo, continuano a operare in territorio russo. Droni ucraini hanno attaccato nella notte 3 insediamenti della regione di Belgorod e in quella di Bryansk. Secondo quanto riportato su Telegram dal governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, una persona è morta e altre 2 sono rimaste feriti in un attacco ucraino sulla città di Shebekino, nella regione di Belgorod, che si trova vicino al confine con la regione ucraina di Kharkiv.

L’avanzata di Mosca nell’est del Paese, intanto, sembra non conoscere sosta. Andriy Polukhin, portavoce della 24a Brigata meccanizzata ucraina, ha riferito che le forze russe controllano circa il 40% della città strategica di Chasiv Yar, nel Donetsk. “Al momento, il nemico controlla la parte della città fino al canale. Questa è circa il 40% della città”, ha detto Polukhin spiegando che se Chasiv Yar viene catturata, le forze russe otterranno un vantaggio tattico sulle alture sopra le città di Kostiantynivka, Druzhkivka e Kramatorsk, così come sulle rotte logistiche ucraine. Secondo Polukhin Chasiv Yar è stata distrutta in modo simile a Bakhmut e Avdiivka. “Sono solo rovine”, ha detto.

Il ministero della Difesa russo ha annunciato che nelle ultime 24 ore le forze armate hanno “liberato” due villaggi nel Donbass: Stelmakhovka nell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk e Nikolaevka in quella di Donetsk.

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