La polizia francese ha arrestato nei giorni scorsi il patron di Telegram, Pavel Durov. Dopo qualche giorno di galera è stato messo fuori con una cospicua cauzione. Le accuse sono numerose e passibili di tenere in galera il miliardario per decenni. Visto che il personaggio non era ignoto e pare nemmeno sprovveduto, tutto il mondo sta discutendo di questo fatto da giorni.

Direi che a fronte di una situazione simile tre sono le possibilità:

1) La giustizia francese funziona come un orologio svizzero e colpisce chiunque trasgredisca i principi fondamentali della democrazia e del vivere civile.

2) Il presidente francese o lo stato francese in quanto tale ha dei motivi suoi specifici e privati per aprire una trattativa con Durov e quindi, in piena autonomia, lo arresta per farsi giustizia “da sola”.

3) La giustizia francese è un’arma usata dal potere politico occidentale ed in particolare dagli Usa per fare guerra a chi non è arruolato nella crociata contro la Russia (e la Cina).

La mia impressione è che sia vera la terza e cioè che la Francia non ha fatto altro che realizzare in forma eclatante quella che è la tendenza di fondo del sistema: magnificare la democrazia occidentale per poi attuare metodi di governo degni di una dittatura “selettiva”. Selettiva perché la Francia come la gran parte dei paesi occidentali non riducono la democrazia in modo meccanico: gran parte dei cittadini non ha alcuna restrizione dei suoi spazi democratici.

La restrizione è selettiva perché colpisce in basso e in alto. Innanzitutto colpisce la possibilità di manifestare collettivamente e di riscoprirsi una aggregazione collettiva: classe, popolo, comunità. Difficile oramai terminare una manifestazione pacificamente: le forze dell’ordine (si fa per dire) provvedono a rendere problematico e a volte pericoloso partecipare ad una mobilitazione collettiva. Fino a quando è possibile portare i bambini in passeggino ad una manifestazione siamo dentro uno stato di diritto. Quando questo non è più possibile siamo dentro uno stato muscolare che misura sul coraggio e sulla prestanza fisica individuale (a volte è sufficiente quella podistica) la possibilità di manifestare collettivamente le proprie opinioni. Non ci vuole un genio per capire che siamo anni luce distanti dalla democrazia.

In secondo luogo vengono “attenzionati” coloro che hanno un potere non assoggettato: sia esso di potere simbolico dato dal proprio carisma, sia esso un proprio potere dato dalla costruzione di nuovi canali di comunicazione di massa. In questo caso la norma è l’autocensura e l’adesione spontanea ai desiderata del potere. Basti vedere il caso di Mark Zuckerberg che ha ammesso in una lettera al presidente della commissione giudiziaria della Camera USA Jim Jordan le pressioni della Casa Bianca per censurare post sul Covid, sulle più o meno asserite frodi elettorali del 2020, sul computer portatile di Hunter Biden e altro.

Se ti adagi – e contratti da una posizione subalterna con il governo – puoi continuare a fare soldi, altrimenti fermano l’areo sulla pista e i tuoi miliardi servono solo a pagare cauzioni e i tuoi avvocati ma non a ridarti la libertà.

Io penso che tra i miliardari padroni dei grandi social – di Telegram, come degli altri – il più pulito abbia la rogna. Sono robber baron – baroni rapinatori – come quelli diventati famosi nell’800 per aver costruito il capitalismo statunitense. Il potere non è contrario al fatto che questi lestofanti si arricchiscano sulle spalle del popolo – rubando tempo di lavoro o informazioni poco importa – al potere importa che questi lestofanti riproducano il sistema capitalistico occidentale, le sue gerarchie e tutelino i suoi interessi.

Penso parimenti che i paesi occidentali hanno deciso di usare questa situazione “borderline” per ricattare, nel più classico stile mafioso, i grandi imprenditori della comunicazione. Un ricatto finalizzato alla pianificazione della manipolazione dell’informazione ed in generale all’addomesticamento delle pubbliche opinioni.

Il punto non è fare il tifo per Durov ma sapere che Macron arresta Durov con l’obiettivo di distruggere ogni possibilità di avere un sistema informativo non completamente controllato dalle classi dominanti occidentali. Macron, così come cerca di impedire al popolo francese di avere il governo che ha scelto, vuole anche bloccare i sistemi informativi che operano al di fuori del controllo del suo blocco di potere. Per questo è necessario battersi per un mondo multipolare e un sistema informativo plurale: perché l’unica strada per smascherare le bugie è il pluralismo delle fonti e la garanzia che il criminale più grande non li controlli tutti.

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