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“In questo luogo non etichettiamo i gay come ‘malati’, non diciamo alle donne che non possono abortire…”: il sindaco di Nichelino replica a Povia. Che non ci sta

Il primo cittadino di Nichelino e il cantante si sono scontrati a distanza in un botta e risposta sui social

Continua il botta e risposta tra Giampiero Tolardo, primo cittadino di Nichelino, e il cantante Povia per via dell’esclusione di quest’ultimo dalla festa patronale in cui, l’artista, si sarebbe dovuto esibire il prossimo 20 settembre. Il motivo della cancellazione è dovuto alle “posizioni troppo diverse” che il sindaco ha riscontrato tra i valori “che la nostra comunità incarna” e quelli invece manifestati da Povia.

Ed è proprio il sindaco di Nichelino a esporre le sue motivazioni con un video sul suo profilo Instagram. “La città di Nichelino è una comunità inclusiva, un luogo dove non siamo abituati a etichettare come “malate” le persone gay e tutte quelle appartenenti alla comunità LGBTQIA+, un luogo dove a nessuno verrebbe in mente di spiegare a una donna che non è libera di scegliere se abortire oppure no, un luogo dove il colore della pelle non determina quanto vali, un luogo dove crediamo nella medicina e nella scienza – scrive Tolardo -. Queste posizioni sono diametralmente opposte (e lontane) da quelle di Giuseppe Povia, al quale non abbiamo certo tolto la libertà di parola (ha spiegato a tutta Italia cosa pensa del suo quarantesimo concerto annullato, proprio a Nichelino). L’artista in questione avrebbe dovuto far parte della giuria di un contest di talenti durante i festeggiamenti di San Matteo, santo patrono cittadino, ma quando ho scoperto che si sarebbe anche esibito, cantando, tra gli altri brani, “Luca era gay”, lo stesso Luca che ora si dice “guarito” e che porta a Medjugorie altre persone omosessuali promettendo di “guarirle”, ho scelto di annullare la sua presenza. Non è una questione di destra, di sinistra, o di centro storico, del quale si professa l’artista. I diritti civili rappresentano una delle nostre battaglie storiche e non siamo disposti ad accettare che qualcuno faccia discriminazioni nella nostra città”. E nel video, il sindaco della comunità nel torinese elenca una serie di commenti scritti, apparentemente, da Povia sui social. “Allora cito un tuo commento del 2012: ‘adesso ho capito che siete tutti parte dell’Arcigay, ma se siete nati così non è colpa mia’“, spiega il primo cittadino leggendo le frasi scritte dal cantante.


Immediato, però, il contrattacco di Povia, che sul suo profilo Facebook ha replicato alle accuse di Tolardo: “Caro primo cittadino Tolardo, io non dico che per me la polemica era finita, perché, per me, non era mai iniziata – spiega il cantante -. Mi hanno chiamato TV, radio, programmi per ospitate, anche pagate, ma ho rifiutato perché sto facendo tanti concerti e da tempo sono orientato solo sulla musica. Soffro, però, il fatto di passare per quello che non sono. E lei fa un video sui social leggendo, con convinzione, cose che non ho detto: sono fake news. Purtroppo mi tocca risponderle: io scrivo canzoni sociali e se mi attaccano la mia reazione è quella di difendermi, ma sono una persona equilibrata e non amo le polemiche. Avete fatto tutto voi, mi avete chiamato e mi avete cacciato voi. Secondo me, invece, lei ha fatto questo video perché è stato pesantemente attaccato. Lo capisco, ma non si è reso conto che le cose che lei ha detto sono fake, si faccia consigliare meglio dai suoi consiglieri. Ecco, quei commenti che ha letto furono fatti da un profilo troll come tanti nel 2012, quando Facebook lo permetteva ancora. Non le è venute in mente Tolardo? Lei è stato vittima di trollaggio e se non sta attento la gente comincerà a chiamarla Trollardo. Scusi il gioco di parole. Poi anche ‘Luca era gay’: ma veramente dopo sedici anni siamo ancora qui a parlare di una canzone che è una storia d’amore che non parla di guarigione? Ascolti bene il testo che recita chiaramente ‘nessuna malattia, nessuna guarigione'”.

Il cantante poi passa al setaccio tutte le dichiarazioni che il primo cittadino fa nella sua clip, dalle posizioni anti-gay, di cui Povia si professa assolutamente distante: “io sono a favore dei diritti e della libertà assoluta per tutti compresi i gay. Quelli che mi conoscono, con cui esco e che sono anche gay lo sanno bene. Lei invece dice di combattere la discriminazione però poi tappa la bocca ad alcune persone”, a quelle anti-euro: “Poi, Tolardo, anti-euro siamo in tanti, abbiamo idee diverse, è democrazia, non è che casca il mondo. Pensi che anche gli inglesi non solo sono anti euro, sono proprio contro l’Europa. Infatti se ne sono andati, quindi che facciamo? Cacciamo anche gli inglesi da Nichelino?”, ironizza il cantante.

Successivamente, Povia affronta anche altri due temi, quello dei vaccini anti-covid: “Io ho fatto mille vaccini nella vita non è che se non ne faccio uno perché ho paura divento no-vax. Lei, Tolardo, parla come un tifoso e questo un sindaco non può farlo”. E quello anti-aborto, di cui, anche in questo caso, Povia sembra prendere le distanze: “Dove l’ha letto? E anche se lo fossi non posso cantare? Cioè tutti quelli che sono anti-aborto non devono vivere – ribatte il cantante -. Abolisca anche il vostro santo patrono del 20 settembre che sicuramente se lo hanno fatto santo, secondo il credo religioso, deve essere anche anti-aborto”.

Infine, l’artista conclude con un appello di pace: “Tolardo, se vuole fare un atto democratico, mi inviti alla festa. In un momento in cui c’è tanto odio, faccia un passo indietro per la pace, che la gente mi vuole bene, che anche se non piaccio a tutti, perché non ce la fa nessuno a piacere a tutti, io porto un messaggio di pace esprimendo le mie idee con la musica, anche se non sono uguali alle sue”.