Se si dovesse riassumere l’ultima settimana del calciomercato estivo della Juventus con un film, Cristiano Giuntoli vestirebbe i panni di Jim Carrey in Una settimana da Dio. L’epilogo di una sessione dalle promesse mantenute: un nuovo allenatore, una sistemazione agli esuberi e l’acquisto di otto giocatori. Così tanti colpi – in termini di qualità e quantità – non si vedevano dalle parte di Vinovo, forse, dalla stagione 2016/2017 (l’anno di Gonzalo Higuain, Miralem Pjanic, Dani Alves, Juan Cuadrado, Medhi Benatia e Marko Pjaca), senza ovviamente dimenticare l’estate di Cristiano Ronaldo. Altri tempi e un contesto completamente diverso. Thiago Motta e Cristiano Giuntoli – con il gioco e con i giocatori – hanno riacceso l’entusiasmo di una tifoseria annebbiata dalle ultime tre tempestose stagioni. Un mese di giugno rivoluzionario, luglio in bonaccia e agosto (soprattutto gli ultimi giorni) da chef, piazzando gli obiettivi preannunciati. Cristiano Giuntoli ha “cucinato”: è lui, per ora, il vero fuoriclasse della Juventus. E ora i bianconeri non si possono più nascondere: l’obiettivo non può più essere il solo quarto posto.

Giugno è rivoluzione
L’anno zero comincia con l’ufficialità di Thiago Motta sulla panchina bianconera: preludio di un’estate di cambiamenti, sotto ogni aspetto. Con lui, arrivano i primi acquisti pesanti: Michele Di Gregorio per la porta e Douglas Luiz a centrocampo. I presupposti per voltare pagina ci sono e i tifosi ringraziano.

Addio agli ingaggi pesanti
Cristiano Giuntoli fa piazza pulita. Non fai parte del progetto? Allora, ci salutiamo. La Juventus si libera dei separati in casa e dei giocatori dall’elevato ingaggio: Adrien Rabiot non rinnova, Wojciech Szczesny trova l’accordo con il club per la risoluzione, Alex Sandro torna in Brasile. E anche diversi giovani salutano per “fare cassa”: come Matias Soulé e Dean Huijsen. Iling Jr. e Barrenechea entrano nell’affare Luiz e anche i più fedeli fanno le valigie: De Sciglio in Toscana, Rugani all’estero. Il messaggio chiaro: nessuno è indispensabile. I punti fermi, però, ci sono e vengono blindati: questo il caso di Kenan Yildiz, nuovo numero 10 della Juventus. Presente e futuro insieme a Dusan Vlahovic.

Luglio in bonaccia, agosto con il diesel
Fondate le prime basi, alla Continassa inizia il raduno in vista della nuova stagione e vengono ufficializzati Khephren Thuram e Juan Cabal (arrivato con una trattativa lampo). Poi, il vuoto. O meglio, gli esuberi lasciano ma dei nuovi nemmeno l’ombra. Così giorno dopo giorno, la rosa della Juve si spoglia. Sempre di più. “Siamo senza giocatori” e poi “Ci servono gli esterni” contestavano i tifosi bianconeri sui social, soprattutto dopo le prime (e poco convincenti) amichevoli estive. La deadline del mercato si avvicina e Giuntoli mette d’accordo tutti. Ripartendo dalla difesa, pescando Pierre Kalulu dal Milan. In una settimana o poco più, il JMedical accoglie in fila Nico Gonzalez dalla Fiorentina (38 milioni di euro tra quota fissa e bonus, più precisamente un prestito oneroso da 8 milioni di euro con obbligo di riscatto fissato a 25, più 5 milioni di bonus), Francisco Conceicao dal Porto (prestito secco oneroso da 7 milioni di euro più 2 di bonus) e Teun Koopmeiners dall’Atalanta (51.3 milioni pagabili in 4 esercizi più 3.4 mln di oneri accessori). Nel mezzo, l’addio di Federico Chiesa.

I conti in tasca
Un concetto semplice: risparmiare sul monte ingaggi ringiovanendo la rosa. L’età media, infatti, è di 24.3 anni e il massimo ingaggio netto è di 5 milioni di euro. Grazie agli esuberi sopracitati, le casse bianconere sono state svuotate per circa 20 milioni di euro nella colonna “stipendio”. Con un bilancio in negativo di 59 milioni di euro tra entrate e uscite, l’impatto del calciomercato di Giuntoli sui conti della Juventus è tutto sommato limitato. Praticamente la metà rispetto al passato.

Cos’è mancato per raggiungere la perfezione
Fare meglio di così era difficile. Per il numero di partite da disputare questa stagione, però, sarebbero bastati altri due innesti per aggiungere la lode a un mercato già ottimo. Se il centrocampo e le fasce esterne sono ben coperte, lo stesso non si può dire della difesa e dell’attacco. Un centrale di ruolo e un’ulteriore prima punta di riserva, forse, avrebbero tolto qualsiasi dubbio. Da non dimenticare però il tesoretto (economico e qualitativo) della Next Gen, risorsa fondamentale nelle prime due prime gare di Serie A (vedi Mbangula è Savona). Nel frattempo, i bianconeri hanno iniziato il campionato con due vittorie, 6 gol fatti e 0 subiti con i “vecchi”. Nell’attesa di inserire i nuovi.

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