Scende lievemente la disoccupazione nell’area euro a luglio, passando dal 6,5% di giugno al 6,4%, il livello più basso dal 2008. Italia lievemente sopra la media (6,5%) ma con una flessione più marcata rispetto a giugno quando la quota di senza lavoro si attestava al 6,9%. In Germania i disoccupati restano invariati al 3,4%, in Francia al 7,5%, in Spagna all’11,5%.

Focalizzandosi sull’Italia, l’Istat rileva anche un massimo storico di occupati, sono poco più di 24 milioni, il 62,3% del totale delle persone in età lavorativa e con un incremento dello 0,2% rispetto a giugno. Significa che lavorano 490mila persone in più di un anno fa e 56mila in più rispetto allo scorso giugno. Nell’ultimo mese l’aumento è stato quasi esclusivamente femminile (+ 54mila) e, soprattutto, si tratta nella totalità di lavoratori autonomi, non di assunzioni. I dipendenti, anzi, sono 18mila in meno di giugno.

Dato preoccupante è il deciso incremento degli inattivi, ossia persone che non hanno e non cercano un lavoro, soprattutto tra i più giovani. Sono 73mila in più in un mese e questo dato contribuisce a ridurre la disoccupazione. Chi non cerca un impiego non viene infatti incluso tra i disoccupati. L’incremento degli inattivi riflette di solito un aumento degli scoraggiati, persone che rinunciano a cercare lavoro perché non non trovano offerte soddisfacenti. Un campanello d’allarme per le prospettive del mercato del lavoro.

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