di Michele Versace
Nella sua prima intervista da candidata alla presidenza, Kamala Harris ha dichiarato che non cambierà nulla riguardo alla guerra in Ucraina e in Palestina, ha disconosciuto l’impegno ambientalista confermando la prosecuzione della ricerca di idrocarburi mediante la tecnica del fracking, pericolosa per l’ambiente e gli abitanti dei luoghi oggetto della ricerca, lascerà il reato di immigrazione clandestina, contrariamente a quello che aveva sostenuto fino a ieri e si limiterà a pochi palliativi per dimostrare un millantato spirito progressista.
Tutto ciò è solo la dimostrazione palese che la democrazia rappresentativa, in vigore nel mondo occidentale e non solo, altro non è che una gigantesca farsa, dove i politici sono attori che recitano una parte secondo un copione scritto dalle lobby che tirano i fili, e che chiunque vinca si tratterà di qualcuno a libro paga degli interessi di finanza e multinazionali.
Per tanto così, pensando all’interesse generale dell’Europa e dell’Italia in particolare, non posso che augurarmi una vittoria di Trump, che su quanto sopra descritto non si discosterà molto dalla linea della candidata democratica, ma che su un punto, quello che ci riguarda più da vicino, ossia la guerra in Ucraina (che danneggia oltre che i nostri, anche i suoi interessi) avrà tutto l’interesse di chiuderla al più presto.